Tuto molto triste, comprese le difficoltàò dei cristiani in Terra Santa.
La comunità cattolica di Gaza è ora ridotta a «462 persone mentre sono in 208 in quella ortodossa». È quanto ha fatto sapere il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, rispondendo alle domande dei partecipanti a una sua lectio magistralis alla pontificia università Lateranense.
«Stanno male – ha aggiunto il neocardinale – ma sono bravi, cercano di resistere, mancano acqua, medicine, tutti hanno perso la casa, ora c’è il problema anche delle malattie, alcune suore hanno contratto l’epatite per via dell’acqua sporca, il cibo scarseggia e si compra soprattutto al mercato nero a prezzi esorbitanti ma almeno qualcosa c’è. Abbiamo appena fatto pervenire anche noi degli aiuti».
Sempre sollecitato dalle domande, Pizzaballa ha parlato di una situazione piuttosto critica anche nella zona di Jenin, in Cisgiordania, «è una zona molto calda, il primo problema dopo il 7 ottobre è stato che molto permessi di lavoro sono stati cancellati, gli ospedali poi sono lontani, i check point sono aumentati, stiamo creando adesso delle job opportunites temporali, anche lì si riesce per il momento a resistere».
