L’Egitto starebbe valutando la possibilità di ridurre – ma non di interrompere – le relazioni diplomatiche con Israele. A riferirlo all Wall Street Journal sono stati funzionari del Cairo. Tra le possibili mosse prese in esame, il ritiro dell’ambasciatore egiziano da Tel Aviv.
«Allo stato attuale, non ci sono piani per sospendere le relazioni» o sconfessare Camp David, ha dichiarato al giornale un funzionario egiziano, riferendosi agli accordi che hanno portato al trattato di pace del 1979 tra i due Paesi. «Ma finché le forze israeliane rimarranno al valico di Rafah, l’Egitto non invierà un solo camion».
Domenica, l’Egitto ha dichiarato che sosterrà la causa in corso del Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia che accusa Israele di genocidio a Gaza, un giorno dopo aver detto che si rifiuterà di coordinare gli aiuti che entrano a Gaza attraverso Rafah finché le truppe dell’IDF rimarranno lì.
Per Mohammed Anwar Sadat, nipote del presidente egiziano che negoziò il trattato di pace Egitto-Israele del 1979, l’attuale disputa rappresenta la peggiore crisi bilaterale tra i due Paesi da allora. «C’è una mancanza di fiducia – ha dichiarato al quotidiano l’ex membro del Parlamento egiziano – E ora c’è una sorta di sospetto da entrambe le parti».
A determinare l’attuale situazione di stallo sarebbero state – secondo funzionari egiziani – le poche ore di preavviso concesse da Israele all’Egitto prima di lanciare l’operazione militare della scorsa settimana, durante la quale l’esercito israeliano ha preso il controllo del valico di frontiera di Rafah con l’Egitto dalla parte di Gaza.
Il brusco messaggio, trasmesso inaspettatamente ai funzionari dei servizi segreti egiziani il 6 maggio, ha fatto seguito a mesi di attente trattative tra rappresentanti militari e dei servizi segreti israeliani ed egiziani sulla minaccia di attacco a Rafah.
Israele aveva precedentemente informato l’Egitto sui suoi piani per Rafah, assicurando al Cairo che il valico non sarebbe stato colpito e che ai palestinesi presenti sarebbero state concesse settimane per evacuare l’area in modo sicuro. «Nessuna di queste assicurazioni si è concretizzata, e Israele ci ha dato un preavviso molto breve per l’ingresso al valico», ha dichiarato un funzionario egiziano.