Si parla solo di ude candidati ma in realtà ce ne sono molti minori. Il Partito Libertario ha scelto al settimo giro di votazioni il suo ex candidato al Senato in Georgia Chase Oliver come candidato presidenziale.
Attivista politico, ex responsabile commerciale nel settore della ristorazione, 38 anni, apertamente gay, Oliver in passato era democratico e ha sostenuto Barack Obama nel 2008, allontanandosi poi dal partito per le sue posizioni contro la guerra. È pro armi e pro choice sull’aborto, mentre è per lasciare che sia il libero mercato a trovare la soluzione al climate change.
Bocciati alla prima votazione sia il candidato indipendente Robert F. Kennedy Jr (col 2,07% delle preferenze) sia Donald Trump, che è stato proposto da un delegato ma escluso perché non aveva presentato la richiesta formale. In ogni caso è stato votato lo stesso, ma solo da sei delegati (0,65%).
«Candidatemi o votatemi», aveva chiesto il tycoon alla convention dello scorso weekend, ricevendo però fischi e contestazioni. Il Partito Libertario – che in genere riceve intorno all’1% delle preferenze nazionali – teme in particolare di essere danneggiatto dalla candidatura di Rfk, che potrebbe catalizzare il voto di protesta di cui tradizionalmente beneficia nelle presidenziali.