Bavaglio e repressione. La Corte suprema russa ha confermato la condanna a cinque anni di reclusione nei confronti del sociologo Boris Kagarlitsky, riconosciuto colpevole di «giustificazione del terrorismo». Lo riferisce l’agenzia Tass.
Kagarlitsky, di formazione marxista, si è dichiarato contrario all’intervento militare russo in Ucraina. Secondo il suo legale, l’accusa per cui è stato condannato si riferisce ad un post in cui analizzava le conseguenze militari dell’attentato al ponte di Crimea dell’ottobre del 2022.
In primo grado il sociologo, arrestato nel luglio dello scorso anno, era stato condannato solo a una multa di circa 6.000 euro, ma in appello gli era stata poi inflitta una pensa di cinque anni di reclusione, ora confermata.