Come in Francia, anche in Belgio le elezioni hanno portato un terremoto nella politica interna, con il primo ministro Alexander De Croo che ha annunciato le dimissioni.
«Domani mi dimetterò da primo ministro. Ma i liberali sono forti, torneremo». Dopo le elezioni, in Belgio è prassi che il primo ministro presenti le dimissioni in modo che il re possa avviare i colloqui per formare un nuovo governo. De Croo dovrebbe quindi ricoprire il ruolo di primo ministro ad interim.
Il più grande partito di estrema destra è cresciuto, ma meno del previsto, nelle elezioni nazionali e regionali che si sono tenute nell’election day odierno. Il conteggio parziale delle schede suggerisce che il partito di estrema destra Vlaams Belang abbia raccolto circa il 22% dei voti nella regione fiamminga di lingua olandese, ma è stato comunque battuto dal partito conservatore N-va, con il 25%.
I sondaggi pre-elettorali sulle intenzioni degli elettori avevano messo per mesi il Vlaams Belang sulla buona strada per diventare il più grande partito delle Fiandre, il che gli avrebbe permesso di ottenere la quota maggiore nel parlamento federale da 150 seggi. I risultati preliminari, tuttavia, mostrano che il N-va resta alla guida della coalizione di governo per le Fiandre. Il Paese linguisticamente diviso ha impiegato 493 giorni per mettere insieme una coalizione di governo composta da sette partiti dopo l’ultimo scrutinio del 2019.