In Svezia la destra vuole la 'legge spia': obbligo dei dipendenti pubblici di denunciare i clandestini

Medici, assistenti sociali e bibliotecari sono tra coloro che in Svezia hanno lanciato l'allarme per una proposta esaminata da un comitato nominato dal governo che costringerebbe i dipendenti pubblici a denunciare le persone senza documenti

In Svezia la destra vuole la 'legge spia': obbligo dei dipendenti pubblici di denunciare i clandestini
Proteste in Svezia contro la 'legge spia' del governo
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11 Agosto 2024 - 20.41


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Medici, assistenti sociali e bibliotecari sono tra coloro che in Svezia hanno lanciato l’allarme per una proposta esaminata da un comitato nominato dal governo che costringerebbe i dipendenti del settore pubblico a denunciare alle autorità le persone senza documenti.

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La proposta, che alcuni hanno definito “legge spia”, era una delle tante misure incluse in un accordo del 2022 stipulato tra quattro partiti di destra nel paese. L’accordo ha aperto la strada a un governo di coalizione che coinvolge tre partiti di centro-destra con il sostegno parlamentare dei Democratici svedesi (SD) di estrema destra anti-immigrazione.

Quasi due anni dopo che l’SD, un partito il cui manifesto cerca di creare uno degli ambienti più ostili d’Europa per i non europei, è diventato il secondo partito più grande della Svezia, sono in corso i lavori per trasformare in legge la proposta relativa ai dipendenti del settore pubblico. Il comitato è stato incaricato dal governo di presentare proposte su come questa potrebbe essere redatta in legge, con l’intenzione di presentare le proprie conclusioni al governo entro la fine di novembre.

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Nonostante sia ancora nelle fasi iniziali, l’idea, che potrebbe costringere fino a un milione di lavoratori, dai dentisti agli insegnanti, a denunciare qualsiasi contatto con pazienti, studenti e autorità senza documenti, ha incontrato una forte opposizione da parte di attivisti per i diritti e associazioni professionali.

“Questa proposta è totalmente disumana”, ha affermato Michele LeVoy della Piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti senza documenti. Gli impatti potrebbero essere di vasta portata, con persone potenzialmente esitanti a mandare i figli a scuola e più riluttanti ad accedere all’assistenza sanitaria o a denunciare i crimini commessi contro di loro.

“Le persone saranno, in un certo senso, terrorizzate. Perché qualcuno vorrebbe andare da qualche parte quando sa che la cosa principale che accadrà non è che potrà ricevere cure, non che potrà andare a scuola, non che potrà andare in biblioteca: verrà semplicemente denunciato”, ha affermato.

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Le associazioni professionali hanno affermato che la proposta potrebbe erodere la fiducia che hanno lavorato per costruire e invece alimentare il razzismo e amplificare la stigmatizzazione.

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