Da un lato, Putin parla di lotta al nazismo, riferendosi al popolo ucraino che ha subito l’invasione di Mosca; dall’altro, in Russia si registrano piccoli e grandi episodi di “timidezze” nel ricordare le nefandezze naziste. A San Pietroburgo, l’amministrazione del quartiere Pushkinsky non ha autorizzato una cerimonia in ricordo degli ebrei uccisi dai nazisti nel 1941. A denunciarlo è il Centro della Comunità Ebraica di San Pietroburgo.
Ufficialmente, l’amministrazione avanza motivi sanitari, facendo riferimento al divieto di eventi pubblici in città a causa del coronavirus, basandosi sul decreto del governo di San Pietroburgo del 13 marzo 2020. Tuttavia, la motivazione appare soltanto una inquietante scusa, poiché nel 2021, 2022 e 2023 le autorità non vietarono la cerimonia di commemorazione, nonostante in quegli anni il diffondersi del coronavirus avesse risvolti assai più preoccupanti.
“La cerimonia pubblica non avrà luogo, ma tutti coloro che ritengono importante onorare la memoria degli ebrei della città di Pushkin, caduti vittime del genocidio nazista, possono venire autonomamente al monumento ‘Formula del dolore’ in qualsiasi momento il 6 ottobre, nell’anniversario dei tragici eventi del 1941. Venite ad accendere una candela commemorativa, a leggere una preghiera, secondo la tradizione, a mettere una pietra ai piedi del memoriale”, ha dichiarato il Jewish Community Center in un comunicato.
Nel settembre 1941, la Wehrmacht entrò nel territorio della città di Pushkin, nella regione di Leningrado. Quasi subito dopo l’inizio dell’occupazione, i tedeschi iniziarono a fucilare gli ebrei residenti. Tra settembre 1941 e gennaio 1942, furono uccisi 250 ebrei.
Nell’ottobre del 1991, una scultura di Vadim Sidur, intitolata “Formula del dolore”, fu installata nella piazza vicino al Palazzo di Alessandro. Da allora, ogni anno, la prima domenica di ottobre, si è sempre tenuta una cerimonia in memoria degli ebrei assassinati.