In Moldavia il sì alla Ue vince di misura: tensioni con la Russia

La presidente filo-occidentale della Moldavia, Maia Sandu, ha attribuito la colpa a un "assalto senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese" da parte di "forze straniere"

In Moldavia il sì alla Ue vince di misura: tensioni con la Russia
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21 Ottobre 2024 - 21.43


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 In Moldavia passa sul filo di lana il sì al referendum sul futuro nell’Ue come «obiettivo strategico» del Paese. L’onda blustellata non ha sfondato ma è riuscita a conseguire un obiettivo fondamentale nel percorso di adesione di Chisinau. E le interferenze russe, che Bruxelles ha definito «senza precedenti», hanno mancato il traguardo.

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Le prime proiezioni di domenica sera che preannunciavano la debacle degli europeisti non si sono confermate a spoglio concluso: dopo alcune ore di testa a testa, di prima mattina è arrivato il sorpasso, grazie al voto decisivo della diaspora moldava. «I banditi vogliono tornare al potere ma il popolo moldavo ha parlato. Abbiamo combattuto lealmente in una battaglia ingiusta, e abbiamo vinto», ha esultato Maia Sandu. Il capo dello Stato uscente, a sua volta, ha vinto il primo round delle contemporanee elezioni presidenziali, costretta al ballottaggio con lo sfidante sostenuto dai filorussi Alexandr Stoianoglo.

Il sì è passato di neanche un punto percentuale, attestandosi al 50,46% contro il 49,54% del no. Il quesito era sull’inserimento nella Costituzione moldava del percorso «irreversibile» verso l’Ue. La modifica costituzionale non era comunque vincolante, tanto più che Moldavia e Ue hanno già aperto i negoziati di adesione, che ora hanno anche la spinta del voto popolare. Nella Transnistria secessionista il sì ha nettamente perso (37,4% contro il 62,6% di no). Nella regione autonoma della Gaugazia i contrari hanno segnato un plebiscito (al 94,8%). Il voto dei moldavi all’estero è stato invece uno tsunami a favore dell’adesione: oltre il 77%, contro meno del 23% di no. Per avere un’idea delle proporzioni, in totale il sì ha vinto per poco più di 11mila voti, mentre i voti pro-Ue dall’estero sono stati oltre 175mila.

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Dall’esecutivo comunitario, il portavoce per la politica estera Peter Stano ha sottolineato che la Moldavia ha subito «delle interferenze e un’intimidazione senza precedenti da parte della Russia e dei suoi proxy», che puntano a «destabilizzare i processi democratici». «Continuiamo a sostenere pienamente le ambizioni, le aspirazioni e gli sforzi di adesione della Moldavia», ha aggiunto Eric Mamer, portavoce della Commissione. «Congratulazioni al popolo moldavo e a te, Maia Sandu. Di fronte alle tattiche ibride della Russia, la Moldavia dimostra di essere indipendente, forte e di volere un futuro europeo!», ha poi esultato su X Ursula von der Leyen, alle cui parole si è aggiunto il plauso di Roberta Metsola e di tutta l’Eurocamera e quello dell’Alto Rappresentante Josep Borrell.

L’eco del voto moldavo è giunto anche Oltreoceano. «La democrazia della Moldavia è forte, è un passo avanti storico», ha commentato il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale Usa John Kirby. Mosca ha invece invitato Sandu a «fornire le prove» delle accuse di interferenza nelle elezioni nel Paese. «Sono cose molto serie e all’opinione pubblica devono essere provate», ha sottolineato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha ribaltato le accuse puntando il dito contro una campagna elettorale condotta a suo dire dalle autorità locali «con metodi antidemocratici e totalitari».

Gli osservatori dell’Osce hanno parlato di elezioni «ben gestite» ma in un «ambiente caratterizzato da preoccupazioni per interferenze straniere illecite e sforzi di disinformazione attivi», che «ha influenzato l’integrità del processo». Hanno anche notato la mancanza di pari condizioni che si è creata con la decisione di tenere il voto per il referendum in contemporanea alle presidenziali, che ha favorito Sandu, anche per la maggior copertura mediatica ottenuta.

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Quanto alle presidenziali, Sandu ha mancato la riconferma al primo turno registrando però un buon 42,3%. Tra due settimane se la vedrà con Stoianoglo (26%), sostenuto dal Partito socialista, tradizionalmente filo-russo. Sandu ha invitato lo sfidante ad un dibattito serio e ha fatto appello a chi votato sì al referendum: «Abbiamo ancora una battaglia da vincere, facciamo fronte comune» contro i filo-russi.

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