Netanyahu gongola: con Trump presidente il golpe giudiziario e la distruzione di Gaza andranno avanti

Nelle stesse ore in cui l’America si apprestava a re-incoronare Donald Trump, a Gerusalemme il suo amico e sodale Benjamin Netanyahu, in piena guerra decideva di dare il benservito al ministro della Difesa, Yoav Gallan

Netanyahu gongola: con Trump presidente il golpe giudiziario e la distruzione di Gaza andranno avanti
Trump e Netanyahu
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

6 Novembre 2024 - 16.52


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Nelle stesse ore in cui l’America si apprestava a re-incoronare Donald Trump, a Gerusalemme il suo amico e sodale Benjamin Netanyahu, in piena guerra decideva di dare il benservito al ministro della Difesa, Yoav Gallant, mettendoci al suo posto un fedelissimo di Bibi, l’inesistente ministro degli Esteri Israel Katz.

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Le ragioni di questo defenestramento le ha spiegate molto bene il giubilato Gallant: mi ha fatto fuori perché chiedevo la leva obbligatoria anche per gli ultraortodossi e perché mi battevo per la messa all’opera di una commissione indipendente che indagasse sui fatti del 7 ottobre 2023, accertando responsabilità, anche ai massimi livelli, nella debacle più disastrosa nella storia d’Israele.

Fatto fuori in una sera. Senza coinvolgere il Parlamento, senza una discussione all’interno del Likud, il partito di Netanyahu e di Gallant. Questa è l’idea di democrazia che Netanyahu condivide con il golpista rientrato dalla porta principale alla Casa Bianca.

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Un uomo solo al comando. Punto. E allora, il giorno dopo il trionfo del tycoon americano, non c’è niente di meglio che riproporre l’editoriale di Haaretz alla vigilia dell’Election  day.

“Per il bene di Israele, è fondamentale che Trump perda la corsa alla Casa Bianca». E questo perché «Trump è a favore dell’isolazionismo, dell’autocrazia e del nativismo. Indebolisce le norme e le istituzioni internazionali che sono essenziali per la difesa di Israele, ma lo ritiene anche responsabile del suo comportamento» scrive il giornale.

Inoltre, aggiunge, «il suo antagonismo rispetto alle norme democratiche e allo stato di diritto darà una spinta agli sforzi del governo del primo ministro Netanyahu verso un colpo di stato giudiziario, l’annessione della Cisgiordania e la prolungata occupazione di Gaza e forse del Libano meridionale».

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Haaretz ricorda inoltre che Trump «ha usato il termine `palestinese´ come insulto durante la campagna elettorale» e cita «le bizzarre dichiarazioni» del candidato repubblicano «secondo cui il 7 ottobre non si sarebbe verificato sotto la sua supervisione».

Tra l’altro, prosegue l’editoriale, l’ex presidente americano ha fatto «commenti contraddittori rivolti a pubblici diversi», per cui «le reali politiche di Trump nei confronti di Israele, dei palestinesi e delle guerre a Gaza e in Libano sono volubili e del tutto opache».

Ora Trump è stato eletto. Ha proclamato che con lui alla guida dell’iperpotenza militare mondiale, le guerre cesseranno. Come? Vai a saperlo. Intanto Netanyahu (e pure Putin) gongola. Di certo, il golpe giudiziario andrà avanti spedito. Perché questa è l’idea di democrazia che Bibi e Donald condividono e praticano.

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Ebro di gioia, Netanyahu è stato tra i primi a congratularsi con Trump per il “più grande ritorno della storia”. La vittoria di Trump, prosegue l’estasiato Primo ministro d’Israele segna “una forte ripresa della grande alleanza” con lo Stato ebraico. Con buona pace di Biden e delle tonnellate di armi fornite all’autocrate di Tel Aviv. 

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