L’Ucraina ha effettuato il suo primo attacco missilistico a lungo raggio in territorio russo utilizzando armi fornite dagli Stati Uniti contro le forze di Vladimir Putin.
Secondo funzionari statunitensi e ucraini, l’attacco ha colpito un deposito di munizioni nella regione russa di Bryansk. L’esercito ucraino ha confermato un’operazione nella zona, senza però specificare le armi utilizzate.
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che l’Ucraina ha lanciato sei missili ATACMS di fabbricazione statunitense. In una nota riportata dai media russi, il Ministero ha affermato di averne abbattuti cinque e di aver danneggiato il sesto.
Questo sviluppo segue l’autorizzazione del presidente statunitense Joe Biden per l’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina, che ora può colpire obiettivi a centinaia di miglia all’interno del territorio russo.
La notizia arriva in contemporanea con la firma, da parte di Putin, di una dottrina nucleare aggiornata, che abbassa la soglia per il potenziale utilizzo di armi nucleari.
La dottrina, annunciata a settembre ma ufficializzata questa settimana, specifica che un attacco con armi convenzionali da parte di una nazione sostenuta da una potenza nucleare sarà considerato un attacco congiunto contro la Russia. Tuttavia, non chiarisce se un simile attacco innescherà una risposta nucleare.
La nuova dottrina afferma anche che un massiccio attacco aereo contro il territorio russo potrebbe giustificare l’uso di armi nucleari.