Uomini che odiano amano odiano amano le donne
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Uomini che odiano amano odiano amano le donne

Un libro "verità" di Monica Lanfranco: duecento risposte di uomini che nell'anonimato della scrittura hanno risposto alle domande della scrittrice.

Uomini che odiano amano odiano amano le donne
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5 Marzo 2013 - 16.05


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Virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi. In altri termini il nuovo libro di Monica Lanfranco: Uomini che (odiano) amano le donne (14 euro, edizioni Maree).

E parlano loro, gli uomini. Non si tratta di statistica, né di sondaggio. Così l’autrice racconta il suo lavoro: «Ho provato a fare delle domande (da suo blog su “Il Fatto quotidiano” n.d.r) che offrissero la possibilità, a chi voleva, di accedere ad un piano meno superficiale e più intimo rispetto ad un sondaggio tradizionale: hai voglia di parlare con me, scrivendo alla mia mail personale (non in una chat o in un form, o attraverso il sito di un giornale) di te come uomo in relazione alla sessualità?
Sono rimasta sorpresa anche io delle tante risposte che sono arrivate, e la sorpresa ha riguardato sia la loro forma come la loro sostanza.
Le domande che ho posto sono: 1) Che cosa è per te la sessualità? 2) Pensi che la violenza sia una componente della sessualità maschile più che di quella femminile? 3) Cosa provi quando leggi di uomini che violentano le donne? 4) Ti senti coinvolto, e come, quando si parla di calo del desiderio? 5) Essere virile: che significa? 6) La pornografia influisce, e come, sulla tua sessualità?

Ho spedito il pezzo e poi ho aspettato, scommettendo anche sulla curiosità che avrebbe suscitato l’iniziativa, perplessa sull’implicita richiesta che era contenuta nella proposta, che al di là del rispondere prevedeva la necessità di fermarsi a pensare, poco o molto, ma comunque di mettersi in ascolto e poi in contatto, per di più, con una sconosciuta (….) al terzo giorno, all’improvviso sono cominciate ad arrivare le prime risposte, e per circa due mesi è stato un continuo, regolare flusso di mail nella mia posta».

Ora, al di là di quello che raccontano questi uomini, già il fatto che ci abbiano provato, che abbiano cercato di andare oltre il buon senso, oltre la banalità ecco, questo è già sorprendente, perché è l’atto in sé, quello di parlare (scrivere) di se stessi che da sostanza a quello che scrivono, alle parole scelte, alle paure, ai dubbi.
Si, è un libro di paure e di dubbi, con qualche certezza “ideologica”, qualche principio generico, ma in generale si coglie autenticità nelle risposte e un corrispondente ed evidente sforzo di autoanalisi.
Risposte (divise in due parti: una parte sintetica di una riga, modello I monologhi della vagina, un’altra più argomentata) che aprono le porte a tante sensazioni diverse: dal classico “ohhhh” di sorpresa, alla noia che solo certo vittimismo maschile sa dare.
Alcune tendono alla claustrofobia mentale: (alla domanda: Che cosa provi quando leggi di uomini che violentano le donne?) «Interpreto lo stupro in un’ottica più ampia, che non mi asterrei dal definire politica: la società del profitto, basata su strutture capitaliste, è violenta già di per sé; nell’inseguire profitti a tutti i costi stupra territori interi (si veda la faccenda della TAV, ad esempio) persone, vite»; altre tradiscono il sempreverde senso di onnipotenza: «Alla terza domanda mi viene da rispondere rabbia. Quando penso a quanti sforzi ho compiuto per tentare di comprendere le donne, e poi arriva uno stronzo e rovina tutto mi verrebbe voglia di frustarlo a morte. L’unica punizione secondo me giusta sarebbe confinare tutti gli uomini del genere su un’isola dove ci stanno solo loro» (notare “ho compiuto…)

Ci sono risposte sagaci (Essere virile che significa?): «Non lo so; credo che sia un aspetto innato e trovo che la sua ricerca o il tentativo di esserlo siano uno stupido dispendio di energia»; definitive: «Erezione», semplici: «Essere un uomo, e fare semplicemente la propria parte», interessanti: «Essere persuasivi, convincenti. Mi sento virile quando riesco a portare dalla mia qualcuno su un tema cui tengo», e decisamente contemporanee: «Essere virile? Boh!».

Il libro va letto come un libro di “psico-filosofia” applicata, al confine tra miti, riti e luoghi comuni di destra e di sinistra (interessante il saggio finale di Francesco Pivetta, docente di filosofia, che sistema il materiale e lo “spiega” nel suo insieme).
L’esperimento di Monica Lanfranco è riuscito, e non lo scrivo perché è una collega, formatrice sulla differenza di genere, femminista e insomma una che se c’è da discutere sul tema lo fa con cognizione di causa. Ma perché a me, leggere queste confessioni, questi ragionamenti a volte nodosi, a volte piani, è piaciuto molto.

Alcuni di questi uomini li ho “riconosciuti”, alcuni vorrei incontrarli, altri li trovo urticanti come una puntata di Ballarò, altri ancora noiosi come una fetta biscottata liscia. Molto interessante il capitolo sulla pornografia e la sua (eventuale) influenza sulla vita sessuale. Pressoché compatto, il “campione” di uomini risponde collocando nella sola fase giovanile la curiosità e l’uso di porno. Ma la risposta più onesta e sensata alla fine si trova: «Può influire in due modi, o riempiendo un vuoto affettivo che talvolta c’è, perché magari in un periodo di ‘stanca’ ci si può rivolgere al solo piacere ‘virtuale’, o per trovare nuovi spunti per mettere un pizzico di pepe nella sessualità di coppia, magari sperimentando nuove posizioni, o usando gadget tipo i sex toy. Il tutto non dimenticando che comunque anche la più bella scena sul video non rende tanto quanto fare l’amore ‘per davvero’ con la tua lei, che è lì con te in carne, ossa e desiderio».

Il libro, scrive Monica nella prefazione, vorrebbe suscitare un dibattito, e anche emozioni. È probabile che il dibattito ci sarà, ma è sicuro che questa lunga “teoria” di verità saprà emozionare. Su questo non c’è dubbio.

Potete richiedere il libro mandando una mail a: monica.lanfranco@gmail.com

Presentazioni:

12 MARZO A ROMA – CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE H 18

18 MARZO A ROMA – BIBLIOTECA BORGHESIANA H 18

21  MARZO A GENOVA – PROVINCIA SALA DI MONORANZA H 17,45

28 MARZO A CASALE MONFERRATO – MUSEO CIVICO H 18

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