Una storia di “insicurezza sul lavoro”, ma anche di un “eroe civile” raccontata attraverso la tecnica dell’animazione: lo spunto arriva da un libro, “El Mostro” di Lucio Schiavon, a sua volta ispirato a una storia vera, quella di Gabriele Bortolozzo, operaio al Petrolchimico di Marghera, impegnato nel ciclo della produzione del cloruro di vinile. Ad uno ad uno, i colleghi vicini a Gabriele iniziano ad ammalarsi, tanti a morire: il “mostro” mieteva vittime, implacabile, trasformando un pezzo di spiaggia di fronte a Venezia in un desolato luogo di morte.
Dopo aver raccolto la storia in un libro, insieme a Barbara Monti, oggi Lucio Schiavon prova a renderla ancor più efficace, trasformandola in un corto di animazione, che possa essere poi la promo di un lungometraggio. Ad affiancarlo in questa idea, lo sceneggiatore Federico Fava, la piccola casa di produzione veneziana “Studio Liz” e il crowfunding avviato sulla piattaforma Eppela: 5 mila euro la cifra richiesta per la realizzazione del corto, pari a circa la metà del budget complessivo.
“Vogliamo raccontare la storia di Gabriele Bortolozzo, con l’intento di riscoprire la sua figura di eroe civile. – spiega la produttrice, Elisa Pajer – Racconteremo la storia della sua vita con una chiave di lettura nuova, guidati dall’intuito creativo di Lucio Schiavon e cercheremo di presentare il primo nucleo della narrazione visuale in occasione dell’anniversario della sua prematura scomparsa ormai 20 anni fa”.
Per quanto riguarda la storia narrata dalle immagini, “con la tecnica stop motion racconteremo la vita quotidiana in fabbrica – spiega la produttrice – e i gesti che compivano gli operai addetti alla lavorazione del cvm: calarsi come burattini appesi ad un filo con la sola luce del casco dentro i silos. Attraverso alcune parole di Gabriele tratte dal suo diario personale e accompagnate dalle immagini di un uomo in bicicletta che corre verso il mostro – continua Pajer – il nostro piccolo uomo in bicicletta andrà incontro al suo destino: essere mangiato dal mostro”. Ma la storia di Gabriele è anche la “testimonianza preziosa degli ultimi vent’anni di una nostra storia locale. – spiega la produttrice – Di Venezia, Marghera, Mestre, Mogliano Veneto, Favaro, Campalto, realtà urbane attorno alle quali la sua vita è trascorsa”.
“Purtroppo ci restano solo 20 giorni per il crowfunding e siamo ancora lontani dall’obiettivo di 5 mila euro: se non lo raggiungeremo, anche il denaro finora raccolto tornerà nelle carte di credito di chi voleva sostenerci. Facciamo quindi appello a tutti, perché ci permettano di raccontare questa storia, conservando la memoria di un personaggio così significativo. Siamo una piccola casa di produzione indipendente e questo è un progetto ambizioso e dispendioso, per le tecniche e le professionalità che impiega: contiamo sull’aiuto concreto di chi crede in questo lavoro”. (cl)