Rosamund Pike: la ragazza che "se n'è andata" per David Fincher
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Rosamund Pike: la ragazza che "se n'è andata" per David Fincher

La protagonista de 'L'Amore Bugiardo' Rosamund Pike ha affrontato un ruolo che potrebbe cambiare la sua carriera.

Rosamund Pike: la ragazza che "se n'è andata" per David Fincher
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2 Gennaio 2015 - 18.46


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di Marco Spagnoli

@marco_spagnoli

Uno dei film più apprezzati delle feste 2014 è, giustamente, il sorprendente L’amore bugiardo di David Fincher, intitolato in originale Gone Girl.

Un film che mette in risalto il talento e il fascino della trentacinquenne attrice inglese Rosamund Pike.

Un’interprete che ha mostrato più volte le sue grandi qualità interpretative e la sua notevole bellezza, che in questo film dal sapore fortemente hitchcockiano (un altro regista innamorato delle bionde letali…) trova un ruolo importante in grado, probabilmente, di affermare definitivamente la sua carriera con riconoscimenti internazionali, ma anche grazie all’avere conquistato il pubblico.

Ho avuto la fortuna di incontrare diverse volte negli ultimi anni, l’attrice inglese tra Venezia e Praga dove interpretava il non troppo riuscito adattamento del videogame Doom.
Ecco un resoconto di alcune delle conversazioni con questa statuaria interprete (è alta un metro e settantadue) che colpisce per la sua intellgenza e personalità non convenzionale che dopo l’esordio in 007 Il domani non muore mai ha interpretato film come La versione di Barney con Paul Giamatti e il seguito di Johnny English, nonché Orgoglio e Pregiudizio nella versione con Keira Knightley.

“Una qualità che mi riconosco è quella di avere una buona memoria.” Dice “Apprendo facilmente le sceneggiature a patto, però, che mi piacciano. Posso essere anche molto distratta e dimenticarmi tutto se non mi sento a mio agio in un ruolo.”

Bellissima e dalla voce profondamente sensuale in grado di parlare tre lingue perfettamente, suona il violoncello e il pianoforte. Laureata ad Oxford e figlia di una cantante d’opera e di un violinista, la sua carriera è stata un alternarsi di ruoli classici e di eroine ultramoderne all’insegna dell’eclettismo: The Libertine e Orgoglio e Pregiudizio sono stati seguiti da Il caso Thomas Crawford, Il mondo dei replicanti, We want Sex ,Scontro di Titani 2 in cui interpretava nientemeno che il ruolo di Andromeda.

La sceneggiatura conta molto, dunque, nelle sue scelte?
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Certo, perché quando hai davanti un copione scritto bene ecco che diventa molto più semplice interiorizzare tutto e farlo tuo. E’ un processo spontaneo: ti innamori di qualcosa e la fai tua. Quando ho letto per due volte il libro de La Versione di Barney eppoi il copione è stato tutto molto immediato. Parole scritte così bene e intelligenti diventano tue in un istante. Il problema è semmai quando ti trovi a dovere essere convincente nel pronunciare quella roba stile Mission Impossible. Lì sono davvero ‘dolori’ riuscire ad imparare a rendere bene tutto quel ‘bla bla’ tecnologico.

Eppure…

Eppure, lo so, la mia carriera è fatta di contraddizioni: ho interpretato ruoli da scienziata e nonostante sia inglese, alla fine, ho portato sullo schermo più donne americane e canadesi che britanniche. Questo perché ad interessarmi non sono i personaggi, ma le storie. Trovo disdicevole scegliere di recitare in film orribili dove tu, però, hai una parte bellissima. E’ un atto di presunzione, perché il pubblico ricorda quello che ha visto e non chi c’era e come. In We want Sex avevo una piccola parte, in una storia molto bella con un personaggio per cui ogni scena aveva un valore ed un’importanza particolari. Il mio impegno sta nel cercare ruoli interessanti in film riusciti e intriganti.

Ad esempio?

Beh, Myriam, il personaggio de La versione di Barney, in un certo senso poteva essere considerato un apologo per le donne che, spesso, si innamorano di uomini egoisti. L’egoismo, infatti, porta con sé una certa sensibilità che può risultare seducente agli occhi di una donna. In quel caso, poi, si trattava di una persona che si innamora di un uomo pronto a fare di tutto per lei, mentre, almeno questa è la mia idea, fino a quel momento era stata corteggiata soprattutto da uomini rispettabili, ma anche tremendamente noiosi.

Qualcuno ha mai fatto follie come quelle di Barney per lei?
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Quando ero all’Università qualcuno ha scritto una lunga lettera al giornale universitario su una ragazza vista ad una festa di cui si era ‘innamorato a prima vista’ per cui chiedeva a chiunque un aiuto per rintracciarla. Alla fine, ho scoperto che quella persona ero io, perché la lettera decisamente molto romantica era molto dettagliata sulla mia descrizione fisica e su come ero vestita.

L’ha incontrato?

Sinceramente no. Non so perché non ne ho avuto il coraggio…ero troppo giovane. Credo, però, che per una persona di sesso femminile sia sempre molto bello vedersi destinare dei ‘bei gesti’ come questo…è molto lusinghiero. Un’altra volta ho seguito una sorta di caccia al tesoro personale e mi sono trovata in un parco di Londra dove il ragazzo che mi aspettava, aveva preparato uno splendido pic nic al tramonto con le candele…

Lei si considera romantica?

Tutt’altro. Per me l’amore è questione di mood. Non ho mai pensato, per esempio, al mio matrimonio come ad un insieme di cose, di abiti, di inviti e di feste. Sono un’attrice e dei vestiti, francamente, me ne infischio. Semmai l’ho immaginato camminando mano nella mano con il mio uomo sul ponte di Brooklyn all’alba. Andare insieme a mangiare e ad ubriacarci in un ristorante affollato per poi correre nella nostra camera d’albergo…l’amore immaginario è tutta una questione di sentimenti, di luce e di ambientazione, non mi interessa che il riflettore sia puntato su di me, ma sul momento della mia vita destinata a cambiare per sempre.

Un’idea perfetta per un’attrice che ha interpretato un ruolo tratto da Jane Austen…

Un set come Orgoglio e Pregiudizio è molto intimo e familiare. L’abbiamo realizzato completamente in locations senza nessuna ricostruzione in Studio. Quello era un film principalmente di donne per un’estate al femminile con la troupe che, alla fine, indossava T shirts variopinte. Mi piacciono le donne e soprattutto sono molto contenta che i miei amici uomini educhino le loro figlie ad essere delle manager di successo, magari, anche negli affari. Credo che tutte le madri dovrebbero potere insegnare ai loro figli e alle loro figlie il rispetto per le donne, provando, dalle ragazze a tirare pienamente fuori tutto il loro potenziale.

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I suoi ruoli nei film in costume che ha interpretato sono particolarmente drammatici…

In Orgoglio e Pregiudizio ero la sorella un po’ leggerina che scappava per sposarsi. In The Libertine interpretavo la moglie non riamata. E non essere amate da un marito con le fattezze di Johnny Depp è particolarmente tragico. Mi interessava portare sullo schermo una donna in grado di sostenere i continui tradimenti di un uomo che va a letto con delle prostitute. Il peggio inizia quando lui si innamora di un’altra. Fortunatamente Johnny è uno dei miei grandi eroi: lavorare con lui è fantastico ed eccitante. Crede intensamente in quello che fa e con il suo talento rende migliori anche gli attori che lo circondano. Nel mio caso ha reso più facile fare finta di essere sua moglie. The Libertine era un po’ la glorificazione dell’amore femminile.

Il momento più strano della sua carriera ?

Per prepararmi a Doom ho aiutato un chirurgo della facoltà di medicina legale di Praga a operare un’autopsia in una stanza molto vittoriana tutta ricoperta di marmo.
Un’attrice è sempre in cerca di ruoli che possano coinvolgerla su un piano più personale, ma in quel momento era un po’ ‘troppo’. Da sola con un uomo morto e nudo e una specie di sega elettrica…mi sentivo come in un film dei Fratelli Coen.

A proposito di [i]Doom[/i] nella sua vita è mai diventata una ‘vedova da videogame’? I suoi fidanzati l’hanno mai trascurata per dedicarsi ai giochi con il computer come ha lamentato ‘perfino’ Angelina Jolie?

Ma vuole scherzare?!

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