Sono fragile e ho un aspetto singolare: Sammy ospite di Sanremo
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Sono fragile e ho un aspetto singolare: Sammy ospite di Sanremo

Il 13 febbraio 2015 il ragazzo sarà ospite al Teatro Ariston, racconterà come si vive con la progeria, malattia che provoca l’invecchiamento precoce.

Sammy Basso con i genitori. Foto: Stefano Dal Pozzolo
Sammy Basso con i genitori. Foto: Stefano Dal Pozzolo
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13 Febbraio 2015 - 09.36


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Sarà presente anche Sammy Basso, il prossimo venerdì 13 febbraio al Festival di Sanremo. Il diciannovenne vicentino è affetto da progeria, una malattia rara che colpisce un bambino su circa otto milioni di nati, provocando l’invecchiamento precoce del corpo senza alterare la mente della persona. Negli scorsi mesi Sammy è stato protagonista di un documentario dedicato alla sua esperienza negli Stati Uniti prodotto da “Stand by me” per National Geographic Channel. “È ufficiale – ha scritto il giovane sulla pagina Facebook dell’Associazione italiana progeria Sammy Basso onlus, che ha fondato lui stesso insieme ai genitori – venerdì 13 febbraio sarò a Sanremo, dove avrò qualche minuto per parlare di me e dell’associazione. È un’occasione d’oro e da sfruttare al massimo, non nascondo di essere emozionatissimo, e vi chiedo perciò un pensiero positivo e un aiuto per diffondere la notizia”.

Come già raccontato su SuperAbile Magazine, il mensile dell’Inail sulla disabilità, a sei mesi la crescita di Sammy si è bloccata, come d’improvviso. Ma la sua intelligenza brillante gli ha permesso di iscriversi alla facoltà di Fisica presso l’Università di Padova. Il primo dicembre ha compiuto 19 anni e per lui è stato un compleanno pieno di emozioni: ha appena pubblicato un volume a quattro mani con lo scultore Valentino Baron, intitolato significativamente “Scolpire il corpo, scoprire l’anima (pubblicato da Biblos)”. L’artista ha realizzato una statua in terracotta di Sammy a grandezza naturale; nelle pagine, entrambi riassumono quest’amicizia che li ha visti particolarmente uniti nella realizzazione di quest’opera davvero originale. Nel libro Sammy si racconta con una schiettezza disarmante: “Sono basso, magro, fragile, senza capelli e dall’aspetto singolare. Tuttavia ciò non mi ha mai impedito di andare a scuola, avere degli amici, giocare, far festa! La mia vita però non è solo questo: visite, controlli, viaggi a scopo medico sono la norma”.

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Dal paese in provincia di Vicenza dove vive con i genitori, Campagnari di Tezze sul Brenta, il ragazzo parte di frequente per volare negli Stati Uniti, precisamente a Boston, dove si trova la Progeria Research Foundation: nel mondo si tratta del luogo più importante dove si studia questa malattia e vengono ideate terapie sperimentali. Papà Amerigo e mamma Laura gli sono sempre accanto: “La sua malattia non gli permette di avere una completa autonomia”, dice la madre che sognava una famiglia numerosa e ha rinunciato ad avere altri figli per potersi dedicare a lui. A sostenerli, una fede semplice e solida: «Io sono cristiano – annota Sammy nel volume – e, dal mio punto di vista e da quello che ho capito leggendo la Bibbia, Dio è effettivamente in tutti. Gesù dice di riconoscerlo nei più deboli e negli umili. Io la penso così”.

Sì, perché il giovane mostra di aver maturato una consapevolezza di sé lucidissima: “Credo che la forza umana stia nel sopportare le difficoltà, nel sapersi rialzare sempre. Ho imparato a rimanere me stesso, a sperare nelle mie convinzioni contro tutto e tutti”. E nei momenti più duri, aggiunge, ha trovato la forza di “non dare troppo peso a quello che gli altri dicono o sospettano”. Perché “l’ottimismo è la chiave per stare bene: si deve prendere coscienza del dolore, ma non gli va data la vittoria, non gli va riconosciuto il primato. Il dolore non deve diventare me”. (Laura Badaracchi)

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