Enrico e Carlo Vanzina tornano al cinema con “Torno indietro e cambio Vita”, film che sarà distribuito nelle sale italiane dal 18 giugno 2015. Per la terza volta i due fratelli registi sfideranno il mercato estivo, prolungando la stagione del box office italiano in un periodo dell’anno da sempre poco frequentato dal nostro cinema per dimostrare con i fatti che esiste una forte potenzialità di sfruttamento per il cinema commerciale – come hanno dimostrato alcuni blockbuster americani – anche nei mesi caldi dell’anno. “Io credo che bisogna rischiare – ha sottolineato Carlo Vanzina -. C’è una specie di idiosincrasia nei confronti dell’estate, come se in questo periodo uscissero solo pellicole minori. Il problema è che se non si allunga la stagione, i film soprattutto quelli italiani si ‘cannibalizzano’ tra loro. Esiste uno spazio, l’estate appunto, in cui molte pellicole possono esprimere tutto il loro potenziale e avere molta più visibilità nelle sale”. “L’Italia è da sempre l’unico paese in cui non esiste una distribuzione estiva – ha aggiunto Enrico Vanzina -. Guardando agli altri paesi, questa situazione tutta italiana ci faceva un po’ sorridere. Per questo già alcuni anni fa, abbiamo distribuito nel periodo estivo due film specifici, “Un’estate al mare” e “Un’Estate ai caraibi”, e devo dire che i risultati sono stati ottimi. Hanno registrato un incasso simile alla stagione considerata la migliore per il botteghino”.
Vi sentite dei pionieri?Lo siamo, perché lo abbiamo già fatto altre due volte. Il problema è che si sentono in giro voci sia dei distributori che degli esercizi che chiedono più film in estate. Inseguendo molto il mercato ci siamo resi conto che ormai le pellicole italiane, soprattutto le commedie, escono in sala al ritmo di due a settimana. Si fanno concorrenza l’una con l’altra: avere un’offerta troppo ampia solo in un determinato periodo dell’anno penalizza per forza qualcuno. Per “Torno indietro e cambio vita”, ad esempio, si poteva pensare di spostare l’uscita al 2015, però siccome è una pellicola con un concetto di soggetto molto forte, è commerciale, ed è venuta anche bene, abbiamo voluto accettare la sfida, unendo le forze con distributori ed esercenti.
Che riscontro vi aspettate?Non sappiamo cosa aspettarci perché esistono pochi precedenti storici, anzi gli unici sono proprio i nostri film. Ci aspettiamo di replicare il risultato delle volte precedenti.
Pensate che i registi italiani seguiranno il vostro esempio?Siamo un po’ scettici. C’è un forte pregiudizio sull’uscita estiva, perché si pensa che arrivino in sala solo i film di ripiego. Noi finora siamo gli unici, guardando al mercato e ai suoi cambiamenti, che hanno sfruttato l’estate. Quando sarà chiaro che l’uscita estiva funziona, allora tutti accetteranno di distribuire i loro film anche in questo periodo. I centri commerciali ormai mai sono dei luoghi per la fruizione del tempo libero anche in estate: c’è aria condizionata, negozi, ristoranti e multiplex che propongono molte pellicole. Questa evoluzione è inevitabile: sarà nel 2015, sarà il prossimo anno, sarà in futuro? Non si sa, ma questa tendenza sta per attecchire anche da noi.
Come è nato “Torno indietro e cambio vita”?La pellicola ha un soggetto molto forte e si sarebbe potuta realizzare ovunque. Il film parte da un concetto che noi abbiamo già sfiorato in altri film, come in “A spasso nel tempo” e ne “Il cielo in una stanza”, ovvero l’idea di ritornare indietro nel tempo per cambiare il futuro. Ognuno di fronte alle difficoltà quotidiane ha desiderato almeno una volta di tornare indietro per fare scelte diverse nel passato. Il film è la storia di un uomo, la cui vita è apparentemente felice, ma scopre che la moglie vuole divorziare. Parlando con un suo amico spiega che se potesse tornare indietro cambierebbe tutta la sua vita. In quel momento una macchina li investe e si ritrovano nel passato, con l’uomo che ha la possibilità di cambiare davvero il suo futuro.
Come è stato lavorare con questo cast di attori?Sono tutti attori molto bravi e con la maggior parte di loro avevamo già lavorato. Raoul Bova ha debuttato con noi in “Piccolo grande amore” nel 1993. Anche con Ricky Menphis abbiamo collaborato molte volte. Conoscevamo anche Max Tortora, un attore divertentissimo, e Paola Minaccioni. Era invece la prima volta che dirigevamo Giulia Michelini, che ha interpretato un ruolo doppio: in una parte del film è una donna di 40 anni e nell’altra una di 18.
*Questo articolo è stato pubblicato sul Giornale dello spettacolo [url”anno 70, n.3 del 2015″]http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=82217&typeb=0&Speciale-Cannes-sfoglia-il-Giornale-dello-Spettacolo[/url]