Addio alla grande Silvana Pampanini, la diva del dopoguerra
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Addio alla grande Silvana Pampanini, la diva del dopoguerra

È morta a 90 anni, si era ripresa dopo un difficile intervento ma ha poi sofferto complicanze dovute anche all'età

Addio alla grande Silvana Pampanini, la diva del dopoguerra
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6 Gennaio 2016 - 11.55


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Silvana Pampanini si è spenta a 90 anni dopo un lungo ricovero presso il Policlinico Agostino Gemelli. Due mesi fa la grande attrice del cinema italiano era stata sottoposta a un complesso intervento chirurgico addominale.

Dopo un’iniziale ripresa, tanto da far pensare a un ritorno a casa, sono insorte complicanze che ne hanno interrotto il recupero. I funerali si svolgeranno venerdì 8 gennaio ore 11 presso la Parrocchia Santa Croce in Via Guido Reni 2 Roma.

Nata a Roma il 25 settembre del 1925, è stata una delle soubrette e attrici più amate del nostro cinema. Una vera e propria diva del dopoguerra, dallo sguardo sensuale e dal fisico mozzafiato. Aveva recitato con Totò in 47 morto che parla (1950) e in Bellezze in bicicletta (1951) di Carlo Campogalliani, con Delia Scala.

Il concorso di bellezza fu il trampolino di lancio nel mondo del cinema. Grazie anche a settimanali illustrati e cinegiornali, la popolarità della Pampanini negli anni Cinquanta crebbe enormente tanto da diventare il simbolo della bellezza italiana assieme a Lucia Bosé e Silvana Mangano. I primi ruoli sul grande schermo, essendosi diplomata al conservatorio di Santa Cecilia, furono in pellicole musicali ma con il passare degli anni, spesso doppiata nella voce ma non nel canto.

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Diretta da alcuni dei registi più importanti, negli anni ’50 molti film con la Pampanini furono distribuiti in tutto il mondo. I titoli più noti sono ‘I pompieri di Viggiù’ che nel 1949 la rivelò al grande pubblico; nel 1951 ‘O.K. Nerone’ di Mario Soldati, suo primo successo internazionale nonché parodia di Quo vadis? e ‘Bellezze in bicicletta’ in cui cantò una delle più celebri canzoni dell’epoca. Lavorò anche con Mario Monicelli e Steno, Mario Soldati e Dino Risi. Fu compagna di lavoro di Walter Chiari, e Renato Rascel. Il successo arrivò nel 1952 con Processo alla città di Luigi Zampa e La presidentessa (1952) diretto da Pietro Germi. Un’apparizione anche con Alberto Sordi.

Per tanti anni ha lavorato anche in televisione: nel 1971 ne Il candidato (1971), daFlaubert, per la regia di Maurizio Scaparro e, nel 1998, nella miniserie Tre stelle diretta da Pier Francesco Pingitore. Nel 1996 era stata pubblicata una autobiografica Scandalosamente perbene.

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Non sbarcò mai a Hollywood ma lavorò in Francia (dove fu soprannominata Ninì Pampan), in Spagna, Jugoslavia, Egitto, Argentina e soprattutto in Messico. Sono molti i presunti flirt che la stampa le ha attribuito, dal principe afgano Ahmad Shah Khan a Tyrone Power, da William Holden a Omar Sharif, da Orson Welles al tenore Giuseppe Campora. Ma lei ha sempre parlato di un vero solo amore, morto nel 1952, un uomo di 10 anni più grande di lei, bello, ricchissimo, estraneo al mondo dello spettacolo.


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