La morte della giovane cantante, star di The Voice Usa, la ventiduenne Christina Grimmie, avvenuta per mano di uno squilibrato alla fine di un concerto ad Orlando, riporta tragicamente alla luce quella del beatle John Lennon, anche lui sparato da un fan nel 1980, Mark Chapman. Mark però, a differenza dell’assassino di Christina, non si uccise, ma rimase tranquillo seduto su un marciapiede in attesa della polizia, leggendo per l’ennesima volta “Il giovene Holden”.
Per quanto sappiamo, nessuna motivazione di carattere personale ha mosso la mano dell’uomo che ha ucciso la giovane artista, se non qualcosa di torbido e patologico legato all’insano innamoramento per la cantante, che questo disturbato fan doveva provare, alla stregua di Mark Chapman che adorava talmente Lennon da ucciderlo, come poi affermò.
Ma si può assassinare qualcuno perchè lo si ama troppo? Abbiamo quotidianamente testimonianza che ciò accade, con i numerosi assassini di donne che sono tra le vittime preferite di uomini lasciati e frustrati da una fine che non sopportano, ed da un no che non sono capaci di gestire ed accettare.
Christina è stata probabilmente uccisa da uno di questi alienati, a cui magari è stato negato un autografo o, piuttosto un sorriso o magari uno sguardo esclusivo diretto solo a lui, tra la folla di fan nella quale l’uomo si mescolava ma non si riconosceva.
L’idolatria è un fardello pesante da sopportare, un peso che può finire solo con la morte dell’idolo.“Ti uccido perchè non posso averti solo per me, perchè sei di tutti”, forse questo ha pensato l’uomo tirando fuori le due pistole e iniziando a sparare alla giovane star una gragnola di colpi e ferendola a morte, in un corto circuito mentale impossibile da comprendere.
L'assassinio di Christina Grimmie e l'insostenibile pesantezza dell'idolatria
Per quanto sappiamo, nessuna motivazione personale ha mosso la mano dell'uomo che ha ucciso la giovane artista
Piero Montanari Modifica articolo
11 Giugno 2016 - 21.29
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