Un eccezionale ritrovamento in Francia di 16 blocchi di roccia calcarea su cui sono raffigurati mammuth e cavalli incisi nel Paleolitico dai primi europei anatomicamente moderni, i cosiddetti aurignaziani, dimostrano l’uso dei puntini già 38mila anni fa. I reperti, provenienti dal sito di Abri Cellier, sono descritti sulla rivista Quaternary International dai ricercatori della New York University, coordinati dall’antropologo Randall White.
La loro scoperta conferma l’antichissima origine di questa tecnica artistica, in cui le figure vengono tratteggiate grazie alla giustapposizione di puntini. Il suo impiego in epoca preistorica era già stato ipotizzato in precedenza alla luce di ritrovamenti isolati, come quello dei rinoceronti della famosa grotta Chauvet in Francia, realizzati con dozzine di puntini, prima dipinti sul palmo della mano dell’artista e poi trasferiti sulla parete di roccia. Un altro importante ritrovamento è stato fatto recentemente anche dallo stesso gruppo di White, che ha recuperato nel sito di Abri Blanchard un’immagine puntinista raffigurante un uro, l’antenato ormai estinto dei bovini moderni: l’opera risale a 38.000 anni fa ed è una delle più antiche immagini grafiche ritrovate finora nell’Europa occidentale.
Puntinismo, anche gli artisti preistorici disegnavano come Van Gogh
I primi disegni puntinisti sono stati realizzati già nella preistoria, ben 38.000 anni prima delle più celebri opere di Seurat, Van Gogh e Pissarro.
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1 Marzo 2017 - 16.18
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