Il genio che ha sovvertito le logiche della letteratura: auguri Samuel Beckett
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Il genio che ha sovvertito le logiche della letteratura: auguri Samuel Beckett

Il grande allievo di Joyce, uno dei massimi rappresentanti del teatro dell'assurdo. Dal suo Aspettando Godot in poi ha saputo smascherare tutta la menzogna del mondo.

Samuel Backett
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13 Aprile 2017 - 09.46


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Nasceva il 13 aprile del 1906 uno dei più alti rappresentanti del “Teatro dell’assurdo”, autore di romanzi, racconti, poesie, testi per la radio e numerose opere teatrali. È l’eclettico scrittore Samuel Beckett, probabilmente il più grande autore irlandese del novecento.

Allievo di Joyce, Beckett spinse i confini della scrittura sperimentale ben oltre quelli tracciati dall’autore dell’Ulisse, reinventando del tutto le logiche e le tecniche narrative; Una capacità di sovvertire gli schemi tradizionali, che emerge soprattutto nella sua produzione teatrale, in opere come Aspettando GodotL’ultimo nastro di Krapp,e in Giorni Felici.

Nelle sue opere teatrali e narrative mostra il senso di desolazione e vuoto che pervade il mondo attuato attraverso l’uso di dialoghi composti da semplici e comuni parole di ogni giorno per sottolineare i limiti della nostra comunicazione che, nonostante gli sforzi, non riesce pienamente a formulare il proprio pensiero.

Nel 1937 si stabilisce a Parigi e diventa molto conosciuto negli ambienti intellettuali.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale inizia a lavorare per la Resistenza come traduttore, ma il pericolo incombente di essere arrestato dalla Gestapo lo spinge a cercare riparo nelle campagne insieme a Suzanne, pur continuando a partecipare attivamente alla guerra fornendo armi ai resistenti.

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Per l’attivismo mostrato nel combattere l’occupazione tedesca viene premiato alla fine della guerra dal governo francese.
Dedicatosi interamente alla letteratura dal 1930, il periodo di maggiore creatività per Beckett si può considerare quello compreso tra il 1945 e il 1955. E in questi anni compone quella che diventerà una pietra miliare del Novecento: Aspettando Godot, l’opera che sferrerà un colpo rivoluzionario al teatro contemporaneo.

Nel 1969 riceve il Premio Nobel per la Letteratura. Questa la motivazione: «per la sua scrittura, che – nelle nuove forme per il romanzo ed il dramma – nell’abbandono dell’uomo moderno acquista la sua altezza».
Non ritirerà mai tale premio e quell’improvvisa notorietà lo infastidisce. Dedica poco tempo a noiose interviste preferendo incontrare gli intellettuali e gli ammiratori nell’atrio di un hotel parigino, vicino la sua casa a Montparnasse. Si spegnerà il 22 dicembre 1989, lasciando al mondo l’eredità della sua grandezza esplosa nei testi per il teatro.

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