Ha rivoluzionato il modo di fare radio, ha inventato programmi televisivi, ha lanciato personaggi ma è stato anche un autore di tanti brani di successo. Gianni Boncompagni del resto la musica l’aveva nel sangue, ne era un appassionato da sempre, da quando giovanissimo, aveva iniziato la sua carriera facendo il disc jokey radiofonico in Svezia dove si era trasferito.
La sua passione per la musica e la conoscenza di quella internazionale, lo aveva fatto diventare ben presto un esperto, naturale quindi per uno come lui, il tentativo di provarci prima come cantante, si faceva chiamare anche col nome d’arte Paolo Paolo, e dopo, una volta entrato nel giro giusto, leggi la mitica RCA di via Tiburtina, la possibilità di collaborare alla realizzazione di brani per l’artista di turno.
Ecco così che Boncompagni come paroliere ha sfornato una serie ben assortita di canzoni per tutti i gusti, alcune delle quali diventate famosissime e che hanno contribuito alla fortuna dei loro interpreti. Ci riferiamo ad artisti come Jimmy Fontana e Patty Pravo che devono a lui il loro primo grande successo, ed anche a Raffaella Carrà, che da irresistibile showgirl della nostra televisione, ha cantato e ballato brani rimasta nella memoria collettiva firmati dal suo pigmalione.
E poi ancora pezzi per Renato Zero (In mezzo ai guai), Mina (La scala buia), Toto Cutugno (Una domenica italiana), Ambra Angiolini (T’appartengo), Marisa Laurito, gli Squallor, la Guapa Gloria Piedimonte e così via, a testimonianza di una grande padronanza del mestiere, di una creatività particolare e di una capacità nel saper intercettare i gusti del pubblico, quello che in definitiva decreta o meno il successo di una canzone.
L’esordio è stato col botto. Insieme a Gianni Meccia e Carlo Pes firma per Jimmy Fontana “Il mondo”, brano che arrangiato da Ennio Morricone diventerà un successo internazionale (oltre 100 versioni) e permetterà all’artista marchigiano, un passato nel jazz e un presente nel 1965 di cantante in cerca di affermazione definitiva, di diventare un numero uno del nostro pop.
“Gira il mondo gira nello spazio senza fine, con gli amori appena nati, con gli amori già finiti, con la gioia e col dolore della gente come me, oh mondo, soltanto adesso io ti guardo, nel tuo silenzio io mi perdo, e sono niente accanto a te…”. Non essendo ancora iscritto alla Siae il nome di Boncompagni non figura fra i credits del brano, tuttavia riceverà ugualmente dai “colleghi” quello che gli spetta e proprio grazie alle royalties ricevute potrà acquistare la sua pria casa a Roma.
Del resto è lui che di getto butta giù la prima versione del pezzo, ispirandosi a una vecchia canzone svedese conosciuta quando viveva a Stoccolma. Per Jimmy Fontana che con “Il mondo” presentato al Disco per l’estate conquisterà la vetta di Hit Parade, Boncompagni firmerà altri pezzi, tra cui la bellissima “La mia serenata” che vincerà la manifestazione canora estiva del 1967, anno in cui esplode Patty Pravo.
Ragazza del Piper scoperta dal proprietario e manager del locale Alberigo Crocetta, Nicoletta Strambelli veneziana che di quella epopea beat incarnava tutte le caratteristiche, a cominciare dall’anticonformismo e la voglia di vivere, con una intelligente operazione di marketing divenne un idolo di una generazione in fermento che portava i capelli i lunghi e le minigonne. Come lei, a cui abbinava degli stivali alti al ginocchio che la rendevano molto sensuale.
Il brano scelto per il suo debutto discografico fu “Ragazzo triste”, cover di “But you’re mine” di Sonny & Cher, con il testo italiano dell’eclettico Gianni. Venne presentato alla gara televisiva a squadre “Scala Reale”, abbinata alla Lotteria di Capodanno, che sarà vinta poi da Claudio Villa con “Granada”.
Patty ottiene un buon successo personale, tuttavia per un meccanismo legato ai voti di squadra, perde la possibilità di passare alle semifinali e il brano rischia di finire nel dimenticatoio. Ma qualche settimana dopo, Mike Bongiorno decide di ospitarla nella sua trasmissione a quiz “Giochi in famiglia”, e la presenta come idolo emergente delle nuove generazioni, sottolineandone la carica sensuale e trasgressiva e inquadrandola nella rivoluzione del costume che, partita da Londra, sta attraversando tutta l’Europa occidentale.
Praticamente le fornisce il biglietto da visita più da personaggio che da cantante, con il quale la biondissima Patty riuscirà a sfondare presso i suoi coetanei prima e il grande pubblico dopo. “Ragazzo triste” è una ballata orecchiabile, ben arrangiata nella versione italiana e con un testo perfettamente calzante allo spirito dell’interprete. “Ragazzo triste sono uguale a te, a volte piango e non so perché tanti son soli come me e te ma un giorno spero cambierà, nessuno può star solo, non deve stare solo quando si e’ giovani così, dobbiamo stare insieme, amare tra di noi scoprire insieme il mondo che ci ospiterà…”
E che sapesse lanciare personaggi Boncompagni lo dimostrò definitivamente quando si occupò dei programmi condotti da Raffalla Carrà, per cui oltre a firmarne i testi come autore, scrisse anche delle canzoni divenute popolarissime e di facile presa, come “Felicità”, “Tanti auguri”, “E salutala per me”, “Fiesta”, “Pedro”, e soprattutto la prima di tutte, ovvero la celebre “Tuca tuca”, balletto interpretato da Raffa con Enzo Paolo Turchi a Canzonissima sui movimenti ideati da Don Lurio, e portato al trionfo mediatico insieme ad Alberto Sordi nel corso di una ospitata dell’attore nella trasmissione del sabato sera rimasta negli annali della tv. Praticamente un trionfo.