Hanno ragione: il maltolto deve essere restituito ai legittimi proprietari: il Cile chiederà al Regno Unito la restituzione di un Moai, una delle celebri statue dell’Isola di Pasqua, conservata nel British Museum di Londra: lo rende noto il portale di notizie cileno Emol.
Allo scopo, una delegazione composta da sette rappresentanti di Rapa Naui (nome indigeno dell’isola) e dal ministro dei Beni nazionali cileno, Felipe Ward, martedì prossimo si incontrerà a Londra con la direzione del museo britannico.
«Se necessario ci rivolgeremo anche alla regina e ai principi d’Inghilterra, per far capire loro l’importanza che il rimpatrio dei moai rappresenta per la nostra storia e cultura», ha spiegato Camilo Rapu, presidente della comunità indigena Ma’u Henua.
La scultura attualmente esposta propria all’ingresso del museo britannico si chiama Hoa Hakananai’a e fu sottratta all’isola nel novembre del 1868 dall’equipaggio della nave britannica HMS Topazeben.
«Questa statua rappresenta un antenato che in tempo di guerra portò la pace al nostro popolo e fece la differenza tra il passato e il presente a Rapa Nui», ha aggiunto Rapu.
Per convincere le autorità britanniche, la delegazione cilena proporrà di inviare a Londra una copia di moai molto simile all’originale, costruita con lo stesso materiale.
Sul tema si è già formata una campagna online, con l’hashtag #QueVuelvaElMoai (facciamo tornare il moai), alla quale ha aderito, tra gli altri, il tennista cileno Nicolás Jarry, numero 39 del ranking ATP.
Le teste giganti simbolo dell’Isola di Pasqua, situata ad oltre 3’600 chilometri ad ovest delle coste del Cile, sono l’unico vestigio della cultura dei nativi spazzata via dall’arrivo dei navigatori europei. Non si sa tuttora quale fosse lo scopo per intagliare nella roccia vulcanica le statue, pesanti tra le 9 e le 20 tonnellate.