La Bodleian Library di Oxford presenta, per la prima volta, i “libri proibiti” perchè in passato considerati “osceni” e racconta le tattiche segrete utilizzate dai bibliotecari tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento per impedire il sequestro dei volumi e assicurarne la sopravvivenza. La mostra si intitola “Story of Phi: Restricted Books” e si tiene nella Blackwell Hall della Weston Library della prestigiosa istituzione di Oxford fino al 13 gennaio 2019.
La stanza segreta Durante l’età vittoriana, la Bodleian Library creò un’apposita sezione dove venivano classificati i libri considerati “osceni” dalla mentalità dell’epoca, contraddistinta dalla lettera greca Φ, “Phi”, che marchiava i libri proibiti, ritenuti dai bibliotecari sessualmente espliciti. Gli studenti dovevano presentare una lettera di supporto del tutor del college per potervi accedere. Il marchio Phi fu istituito nel 1882 ed è rimasto in uso fino a poco tempo fa. È stato progettato per “proteggere le giovani menti da materiale considerato immorale”, ma allo stesso tempo proteggere i libri da attenzioni o danni indesiderati. La collezione Phi conta circa 3000 pezzi: si va da opere scientifiche e studi accademici di culture antiche a romanzi un tempo controversi, ma ora riconosciuti come importanti opere letterarie. Come l’ “Ars amatoria” di Ovidio, proibito solo perché illustrato mentre le poesie erano liberamente disponibili; “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, una prima edizione firmata dell’ “Amante di Lady Chatterley” che entrò clandestinamente nel Regno Unito nascosta in una borsa diplomatica per sfuggire alle leggi della censura britannica. Ci sono anche testi medici, manuali sessuali come il best-seller, “The Joy of Sex” del 1972, opere umoristiche come “The Brand New Monty Python Bok” e il Kama Sutra, a persino la prima opera europea moderna di pornografia, il “Satyra Sotadica”, scritta in latino nel 17 ° secolo.
Una delle Biblioteche più antiche La Biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford è una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo moderno – dopo la Malatestiana aperta al pubblico nel 1454 e quella dei Girolamini di Napoli, aperta al pubblico nel 1586. La sua fondazione risale al 1602 (sette anni prima della Biblioteca Ambrosiana). In Inghilterra, è seconda per dimensioni solo alla British Library.
La Bodleian Library è una cosiddetta copyright library: significa che conserva almeno una copia di qualsiasi pubblicazione stampata in Inghilterra svolgendo la funzione che in Italia viene denominata deposito legale. In tutto conserva oltre 13 milioni di stampe, 80 mila giornali in digitale e collezioni di libri rari e manoscritti, consultabili online. Le opere sono in realtà divise tra una serie di edifici che si sono aggiunti all’antica sede. Tra le sedi più importanti della Biblioteca Bodleiana c’è la Weston Library, definita la Nuova Biblioteca Bodleiana, dove si tiene la mostra sui Libri Proibiti. Fu costruita negli anni Trenta a tempo di record per sopperire alla mancanza di spazio per i libri del vecchio edificio e poi riammodernata secondo gli standard più moderni. E’ collegata all’antica Bodleiana con dei percorsi sotterranei. Lo scoppio della seconda guerra mondiale, ne ritardò l’inaugurazione. In quegli anni fu comunque utilizzata come sede della Croce Rossa e sembra sia stata di fondamentale importanza per la pianificazione del D-day. Il piano inferiore fu attrezzato come rifugio antiaereo per la città. La Bodleiana fu finalmente aperta al pubblico nel 1946 da Re Giorgio VI, non senza problemi. La chiave d’argento che doveva aprire la porta si spezzò nella serratura. La si può oggi ammirare tra i tesori della Biblioteca.