Uno degli ideatori del Jebreal-gate, Maurizio Gasparri, che si è battuto duramente per non far salire la giornalista italo-palestinese sul palco di Sanremo: “Sostenevo e sostengo che i suoi prevedibili comizi sono del tutto estranei a quella che dovrebbe rimanere una rassegna musicale, anche se nel recente passato è stato usata perfino per propagandare l’effigie del terrorista Guevara” ha detto Gasparri.
“La Jebreal più volte ha parlato con toni inaccettabili dell’Italia, pur ospitale e generosa con lei. Le sue sparate su un presunto razzismo – prosegue Gasparri – sono inaccettabili e sono certamente estranee a un evento dedicato allo spettacolo e alla musica, importante anche per i bilanci economici del servizio pubblico. La Jebreal ha mille luoghi in Italia e nel mondo, in tv o dove preferisce, per esprimere le sue discutibili opinioni, confrontandosi in luoghi diversi da un popolare concorso canoro, che non deve essere trasformato in un palco per comizi”.
“Come membro della vigilanza Rai ho espresso in pubblico, oltre che nelle sedi competenti, la mia opinione, che confermo e rivendico. La Rai ha ogni giorno spazi di informazione su tutte le reti, nei quali la Jebreal come chiunque, in contraddittorio e senza monologhi in luoghi destinati alle canzoni, può esprimere le proprie opinioni. Il vittimismo della polemista è del tutto fuori luogo”, conclude Gasparri.
Gasparri ancora contro Rula Jebreal: "Ha fatto anche propaganda per il terrorista Che Guevara"
Il membro del Consiglio di vigilanza Rai si è scagliato contro la giornalista italo-palestinese e la sua partecipazione a Sanremo
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6 Gennaio 2020 - 15.49
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