“A proposito mi vergogno di quel cantante che paragona Donne come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti. Lo fai a casa tua, non in diretta sulla Rai e a nome della musica italiana”.
Notate qualcosa di sbagliato in questo tweet di Matteo Salvini, che riporta le parole dette ieri a Non è l’Arena? Quel ‘Lo fai a casa tua’ riferito alle donne violentate, sequestrate e stuprate, non è esattamente una scelta felice di parole. E infatti è già cominciata la polemica, che si va a unire a quella sanremese per i testi del cantante Junior Cally.
Per carità, vogliamo pensare (e sperare) a un errore in buona fede, a un’impropria scelta di parole. Ma le parole hanno un peso, specie in bocca a uno che è partito all’attacco di Sergio Echamanov e della sua dislessia.
Il sessismo d’altronde è anche linguaggio: non rendersi conto di aver usato le parole sbagliate è parte del problema. E dopo Amadeus con il ‘passo indietro’, ora Salvini dimostra quanta poca attenzione si dedichi al tema , con quanta povertà di argomenti e di strumenti si sta cercando di affrontare la questione sessista in questo paese.
A proposito mi vergogno di quel cantante che paragona Donne come troie, violentate, sequestrate, stuprate e usate come oggetti. Lo fai a casa tua, non in diretta sulla Rai e a nome della musica italiana.
#nonelarena @nonelarena— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 19, 2020
Argomenti: matteo salvini