Stefano Massini: "La politica deve parlare della realtà, e dei modi in cui possiamo migliorarla"
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Stefano Massini: "La politica deve parlare della realtà, e dei modi in cui possiamo migliorarla"

Il monologo di Stefano Massini a Piazzapulita: oggi lo scrittore e attore parla del complicato rapporto dell'uomo con la realtà

Stefano Massini
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13 Febbraio 2020 - 21.45


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“Sarà che per me non è un puntata come sempre, perché a mio modo festeggio la mia 80esima volta qui a parlare” esordisce Stefano Massini nella puntata di Piazzapulita, “e allora ho deciso di fare una cosa pre-social: una lettera, da me a te spettatore. Vorrei parlarvi del nostro rapporto con la realtà”.

“C’è una grande scrittrice, Virginia Woolf, che disse che quando noi siamo molto allegri, in realtà molte volte soffriamo, quando parliamo a voce alta in realtà molte volte siamo a disagio, quando urliamo in realtà molte volte abbiamo paura. La realtà, in realtà, non è ciò che in realtà appare”

“La realtà è difficile da capire, si nasconde. E starci dentro, lottare, è estremamente complesso, c’è la voglia di arrendersi, di rifugiarsi da qualche altra parte. Qualche giorno fa il mondo intero ha commentato una notizia impressionante: una donna coreana che nel 2016 aveva perso la sua bambina per un male incurabile, dopo tre anni è entrata dentro uno studio, si è messa un visore e ha potuto con la realtà virtuale rincontrare la sua bambina morta. Hanno giocato a nascondino, ha abbracciato sua figlia e hanno soffiato sulle candeline di una torta di compleanno. Tutto questo non esisteva, non era reale, eppure la donna ha detto in lacrime: “era tutto così reale”.

“Molte volte sostituiamo la realtà con una realtà virtuale, con qualunque cosa pur di non stare nella realtà vera, perché si soffre in modo pazzesco: per le ingiustizie, per l’amore non corrisposto, per tutto. Noi oggi, nel 2020, possiamo scappare, possiamo evadere, andare in un’altra realtà dove le cose sono diverse, dove possiamo amare chi non ci ama, abbracciare chi non c’è più, prendere a pugni la persona che vorremmo colpire nella realtà”.
“Ecco, proprio di questo vorrei parlarvi; del rapporto con la realtà e della nostra disperata voglia di fuggire. Questa lettera si conclude con un augurio: di poter stare sempre dentro le cose vere, di poter soffrire, di farlo con la coscienza e la consapevolezza di cosa sia il dolore, l’ingiustizia, ognuno dei sentimenti che ci rendono umani. La politica non deve costruire realtà alternativa, ma parlare della realtà vera, quella in cui stiamo dentro, e dei modi in cui possiamo risolvere le cose: dobbiamo chiamare le cose con il loro nome, e vi auguro di stare dentro questo letamaio puzzolente che si chiama realtà, che è l’unico che abbiamo”. 

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