Lo sfogo di Elio delle 'Storie tese': “Noi genitori di disabili lasciati soli nel lockdown"
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Lo sfogo di Elio delle 'Storie tese': “Noi genitori di disabili lasciati soli nel lockdown"

La testimonianza del cantante, che ha un figlio affetto da autismo, durante la diretta dell’evento Civil Week Lab.

Elio e le Storie Tese
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12 Giugno 2020 - 14.19


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“Noi genitori di disabili siamo stati lasciati soli nel lockdown”. A parlare è Elio, frontman della band “Elio e le Storie Tese” e papà di un figlio affetto da autismo che, durante la diretta dell’evento Civil Week Lab, ha voluto raccontare la sua esperienza di questi mesi di isolamento.

“Chi non ha il figlio autistico non si preoccupa di chi ha l’autismo […] Se si parla di autismo il primo aspetto che bisogna trattare è l’informazione. Quella sensazione di paura, di angoscia, di imprevedibilità legata al Covid, che è stata vissuta da tutti, ma che prima o poi terminerà, nel caso dell’autismo non termina mai”.

Nonostante l’impegno di moltissime associazioni e realtà assistenziali non si sia fermato neanche durante l’emergenza Covid-19, in altri casi il lockdown ha comportato la chiusura di centri diurni per disabili e l’interruzione del rapporto con terapisti ed educatori. Così i genitori, da un giorno all’altro, si sono ritrovati a dover gestire tutto da soli. Elio ha raccontato:

″È chiaro che chi vive in questo stato ormai si è fatto un armatura e quindi affronta tutto. Però non c’è stata attenzione alle esigenze di chi ha un figlio autistico. E se si interrompono le terapie a casa, come è accaduto, si perde del tempo che non torna più”.

Sull’importanza dell’assistenza, il cantante ha sottolineato:

“Mi sono accorto di quanti miglioramenti ha fatto mio figlio con assistenza a casa tutti i giorni […] Ma, a fronte di quelli come me che possono farlo, c’è una quantità enorme di persone che non può e vede crescere il proprio figlio con una sacco di difficoltà”.

Il frontman della band “Elio e le Storie Tese”, infine, lancia un messaggio di speranza.

“Dopo questa esperienza del coronavirus, forse le persone saranno in grado di mettersi nei panni di chi ha un figlio autistico”.

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