Preservare la memoria è un atto di civiltà: le testimonianze dei partigiani ancora in vita
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Preservare la memoria è un atto di civiltà: le testimonianze dei partigiani ancora in vita

il progetto “Noi partigiani”, memoriale virtuale della Resistenza italiana curato da Gad Lerner e Laura Gnocchi è la migliore strada per mantenere viva i valori della Resistenza

Gad Lerner e Germano Nicolini
Gad Lerner e Germano Nicolini
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Giuseppe Costigliola Modifica articolo

16 Aprile 2021 - 17.04


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“L’uomo è l’unico animale che inciampa due volte nella stessa pietra”, recita un antico adagio, che trova di continuo tristi conferme. Non è un bel biglietto da visita per una specie che mena continuamente vanto della propria intelligenza.

Il problema dell’inciampo, con relative fratture più o meno gravi, è chiaramente quello della memoria, poiché senza memoria l’unico destino possibile per l’essere umano è un futuro di stolida ripetizione degli errori che ne hanno segnato il passato. Tra qualche giorno giungerà il 25 Aprile, con il suo squallido corollario di polemiche, di offese, di rimozioni. Quello che dovrebbe essere un giorno di festa per tutti gli italiani, la ricorrenza di un evento sul quale è stato fondato lo stato democratico repubblicano nel quale oggi abbiamo la ventura di vivere, è stato trasformato in un vile giorno di divisione e di infangamento della memoria di donne e uomini che hanno pagato financo con la vita la loro scelta di combattere un regime feroce che aveva distrutto un Paese, scelta alimentata dall’amore per la libertà, l’uguaglianza, la democrazia, dalla speranza di dare ai propri figli e nipoti un futuro di civiltà, di pace e di concordia.

Non finiremo dunque mai di ringraziare abbastanza le istituzioni, le associazioni, le donne e gli uomini impegnati nella lotta contro l’oblio, che è lotta civica per eccellenza.

Tra costoro, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia è ovviamente in prima fila. Nella sua inesausta battaglia contro l’ignoranza del passato, la smemoratezza voluta o subita, la volontà di tenere viva la fiamma ideale che ha generato l’Italia repubblicana, l’Anpi ci ha donato un lavoro di recupero e preservazione della memoria di cui dovremmo tutti gioire: il progetto “Noi partigiani”, un vero e proprio memoriale virtuale della Resistenza italiana, di cui il presidente Gianfranco Pagliarulo, durante la conferenza stampa di presentazione, ha illustrato caratteristiche e rilevanza, insieme a Gad Lerner e Laura Gnocchi, fautori e curatori dell’iniziativa (della quale lo scorso anno avevamo avuto un assaggio con il libro omonimo), realizzata anche grazie all’impegno e alla dedizione di tanti giovani volenterosi. Si tratta di un preziosissimo archivio di interviste con partigiani ancora in vita, che nella pluralità di testimonianze offrono un affresco corale del fenomeno della Resistenza dal grande impatto emotivo.

Alla presentazione è intervenuto con un video il Ministro della cultura Dario Franceschini, che ha sottolineato l’importanza storica e culturale del progetto e l’impegno del suo dicastero nel diffondere nelle scuole e nei luoghi idonei queste testimonianze. Era inoltre presente in collegamento streaming lo storico Giovanni De Luna, che con la consueta lucidità ha rilevato alcuni punti nodali, come ad esempio il fatto che questo lavoro di recupero orale della storia dimostra ancora una volta che la Resistenza fu un fenomeno pluralistico e transgenerazionale: vi presero parte giovani e giovanissimi, ma anche persone mature, donne e uomini, di ogni estrazione sociale, provenienza geografica, livello culturale. Un ulteriore elemento estremamente significativo di queste interviste è il momento in cui sono state raccolte, cioè il presente: esse ci ripropongono un tema di grande fascino, quello delle stagioni della memoria della Resistenza, che nel tempo è mutata a seconda delle varie fasi che hanno scandito la storia dell’Italia repubblicana. A una memoria spontanea, nel periodo immediatamente successivo alla fine del conflitto mondiale, su eventi appena occorsi, caratterizzata da un’ansia di certificare quel che si era fatto, subentrò una memoria difensiva, enfatica, monumentale, negli anni in cui alcuni partigiani furono soggetti a feroci attaccati dalla stampa e dalle istituzioni. Quindi la memoria degli anni Sessanta e Settanta, definita da De Luna “militante”, con l’orgoglio dei sopravvissuti di essersi riappropriati dei propri valori. Oggi, infine, la memoria della vecchiaia, dei bilanci esistenziali, che evidenzia un dato che accomuna le esperienze di individui la cui età varia dai novanta ai cent’anni: il considerare la Resistenza come l’apogeo della propria biografia, il punto più alto raggiunto nella propria vita. Altro elemento coinvolgente è la dimensione “religiosa” di questa raccolta d’interviste, nel senso di una religione civile: queste donne e questi uomini ci consegnano una testimonianza che può essere inserita in un patto di cittadinanza che trova nei valori della Resistenza il suo fondamento, e che ispira ancora oggi il nostro patto costituzionale.

Dunque, la realizzazione di questo progetto, a cui si unirà la creazione di un museo nazionale per la Resistenza, è un servizio reso all’Italia costituita in Repubblica democratica, alle sue istituzioni: un servizio reso a noi tutti.

Durante la conferenza stampa è stato proiettato un breve filmato introduttivo, davvero coinvolgente: ascoltare donne e uomini ormai molto anziani narrare con occhi lucidi e accesi un tempo remoto, rivivere con immutata partecipazione fatti, azioni, legami personali, riflettere sul valore di una scelta indifferibile per le loro linde coscienze, è davvero un’esperienza che tutti dovremmo fare. È stata anche illustrata la homepage del sito dove si potranno visionare le testimonianze, www.noipartigiani.it, organizzato a mosaico, in maniera non gerarchica, con categorie che ne rendono agevole la navigazione.

Le testimonianze raccolte sono circa 500, di cui un consistente numero di donne, le quali, come ha sottolineato Laura Gnocchi, hanno dato un contributo fondamentale e spesso non adeguatamente riconosciuto alla Resistenza. Una prima parte di esse, circa 150, già editate (ma le interviste integrali saranno disponibili per gli studiosi e per chi ne facesse richiesta all’Anpi), si potranno visionare sul sito a partire dal 19 aprile. Le rimanenti saranno aggiunte entro il mese di luglio. Buona visione!

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