Una storia fatta di fatalità, quella dell’attrice Frances McDormand, neo vincitrice dell’Oscar come migliore attrice per il film Nomadland.
“Una borsa di studio mi ha permesso di frequentare Yale. Altrimenti, è poco ma sicuro, sarei finita in galera. A Yale ho imparato tantissimo, è stata una fortuna e una benedizione. È lì che sono diventata attrice. Ed è lì che ho conosciuto mio marito, che mi ha capita subito, e apprezzata”.
Spiega come è stata scelta per il film: “Mi lasci dire: nessuno sceglie Chloe, si sceglie da sola. Detto questo, nel 2017 al Toronto Film Festival vidi il suo penultimo film, The Rider, e pensai: non so chi sia questa Chloe Zhao, ma voglio vedere altre cose sue. Si capiva che questa giovane donna aveva una visione e uno stile tutti suoi, fuori da ogni parametro. Un po’ come me. Era destino che ci incontrassimo e che diventassimo socie d’arte”.
Il film racconta di una donna che attraversa gli Stati Uniti occidentali sul suo furgone, facendo la conoscenza di altre persone che, come lei, hanno deciso o sono state costrette a vivere una vita da nomadi moderni, al di fuori delle convenzioni sociali.
“Anche se lavori fino a spezzarti la schiena, non puoi più permetterti macchine, case, mutuo, figli, bollette. La tua industria continua a inquinare e tu, lavoratore, a stento paghi l’affitto. La giostra del criceto. Fern di Nomaland e i suoi amici nomadi mandano a quel paese tutto questo. Si chiamano fuori. E dicono: faccio un lavoro stagionale e il resto del tempo lo vivo a modo mio, fuori da ogni giostra”.