Il ricordo della moglie di Mattia Torre: "Mia figlia è come lui, osservava la realtà senza nessuna retorica"
Top

Il ricordo della moglie di Mattia Torre: "Mia figlia è come lui, osservava la realtà senza nessuna retorica"

La vedova e la figlia del compianto sceneggiatore: "Papà non si abbatteva: trasmetteva felicità e diceva che la verità fa ridere"

Figlia di Mattia Torre
Figlia di Mattia Torre
Preroll

globalist Modifica articolo

13 Maggio 2021 - 08.04


ATF

La figlia del compianto sceneggiatore scomparso da poco è salita sul palco dei David di Donatello postumo per ritirare il premio assegnato al padre per il film “Figli”: “Papà aveva la capacità di non abbattersi e di trasmettere felicità”. 
La figlia insieme alla mamma Francesca ricordano: “Mattia è riuscito a centrare con perfezione chirurgica le nevrosi, osservava la realtà e la ribaltava in modo mai retorico, era quasi un laboratorio. Diceva che la verità fa ridere”. 
Sul commovente intervento di Emma sul palco dei David di Donatello e sulla premiazione, Francesca dice:
“Emma toglie il fiato quando parla, l’ha ereditato da Mattia” […] “Quando lo hanno proclamato vincitore, Valerio Mastandrea che era grande amico di Mattia si è voltato verso di me con uno sguardo come a dire, hai visto? È incredibile. A Emma ho detto: ringrazia chi vuoi”.
La donna parla dell’amore che l’ha unita al marito.
“Sono stati 15 anni di amore. Eravamo complici in tutto e per tutto, l’incontro di anime gemelle da cui sono nati Emma e Nico. Litigavamo anche, e all’inizio come papà non era così presente, si imboscava molto, diceva che la notte era più facile per me svegliarmi in quanto donna!”.
Poi l’arrivo della malattia:
“Era già in metastasi a un rene quando l’ha saputo, doveva vivere due anni e invece sono stati quattro perché era Mattia, ha vissuto la malattia con positività, scrivendo moltissimo nell’ultimo periodo, senza cedere alla disperazione”.
Francesca racconta di quando, una sera, Mattia iniziò ad immaginarsi il suo funerale.
“Davanti a una pizza pensò a come dovesse essere il suo funerale, nella sua chiesa che era il teatro Ambra Jovinelli.
Voleva essere ricordato dai suoi amici, Valerio Mastandrea, Valerio Aprea, Pietro Sermonti… Ridevamo e piangevamo, fu un trionfo […] Mattia era un uomo fuori dall’ordinario che rise della malattia e della morte. Il giorno prima di morire mi ha detto: me ne posso andare?”.

Native

Articoli correlati