Vauro difende Bella Ciao: "La storia di cui l'Italia può essere orgogliosa è la Resistenza"
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Vauro difende Bella Ciao: "La storia di cui l'Italia può essere orgogliosa è la Resistenza"

Il vignettista: "Non mi stupisce l'indignazione della destra italiana, ammiccante e omertosa, che dovrebbe dichiarare il suo anti-fascismo, come dovrebbe essere in un'Italia democratica".

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7 Giugno 2021 - 17.43


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Lui non la manda a dire: “Fosse per me Bella Ciao sostituirebbe addirittura l’Inno di Mameli, intanto perché più bella; inoltre perché è veramente una canzone della Repubblica italiana nata dalla resistenza anti fascista; infine perché è un inno alla libertà, adottato in tutto il mondo e cantato in più lingue”. 

Parole Vauro Senesi che afferma: “Se c’è una storia di cui l’Italia può andare orgogliosa è quella della Resistenza che ha fatto nascere la Repubblica. Non mi stupisce l’indignazione della destra italiana, ammiccante e per lo meno omertosa, che come minimo dovrebbe dichiarare il suo anti-fascismo, come dovrebbe essere in un’Italia democratica”.

“La Meloni afferma di avere un rapporto sereno con il fascismo, che avrebbe commesso qualche errore. Salvini dice che 25 aprile è il giorno del derby tra fascisti e comunisti – rammenta il vignettista

Ma non ricordo una netta condanna del fascismo da parte di questa destra e sto ancora aspettando la querela annunciata dalla Meloni.

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Sarei infatti felice di aver dimostrato che Fdi è un partito anti fascista. Perché se non si è dichiaratamente anti – osserva – si cavalca il fascismo. Sostengono che il fascismo è morto: rispondo ‘magari!’. Ma in genere sono i mafiosi a dire che la mafia non esiste”.

Bella Ciao è la canzone rielaborata delle mondine? “Anche la loro era di libertà e riscatto, unitaria ed antifascista. Dove unitaria – incalza Vauro – non significa che sarà la canzone di tutti, perché non potrà mai esserci una canzone nella quale si riconoscano i fascisti.

La libertà – conclude – è importante per un paese che vuole aspirare all’unità. Ma non è conciliabile con chi la nega. E la ha negata”.

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