Un combattente per la democrazia vittima della violenza fascista.
“Ricorrono 120 anni dalla nascita di Piero Gobetti, fine intellettuale, scrittore di grande passione civile, democratico intransigente e, per questo, oppositore tenace del fascismo sin dalle origini. La sua auspicata rivoluzione liberale costituisce certamente una delle radici della lotta di Liberazione e quindi della costruzione repubblicana”.
Parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Gobetti morì in esilio, a Parigi- prosegue il capo dello stato-, quando ancora non aveva compiuto 25 anni. Ci ha lasciato testi di straordinario valore, che mostrano la profondità del suo pensiero e una indubbia modernità nella ricerca di basi culturali nuove per il futuro del Paese.
Forte delle proprie convinzioni, ha criticato le tendenze oligarchiche delle classi dirigenti, sfociate a suo giudizio nelle torsioni autoritarie del fascismo e ha impegnato ogni sua energia per giungere a un incontro tra le idee liberali che professava e le diffuse domande di riscatto sociale dei ceti più deboli”.
“Non piegò mai la testa davanti alle imposizioni del regime-aggiunge-, neppure in seguito ad aggressioni squadriste.
La sua coerenza, unita a una grande tensione etica, lo ha reso un testimone autorevole della nostra storia nazionale e anche un maestro per generazioni di democratici che lo hanno conosciuto attraverso la sua intensissima attività di saggista, di storico, di giornalista, di editore”.
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