Arguto, ironico, innovatore. Addio all’attore comico Gianfranco D’Angelo, morto a Roma all’età di 85 anni.
E’ stato uno uno dei principali protagonisti della commedia degli Anni ’80, si è spento al Policlinico Gemelli di Roma, dopo una breve malattia.
Romano d’origine, D’Angelo comincia a farsi conoscere debuttando nel teatro nel 1963 e poi lavorando al Puff chiamato da Lando Fiorini tra il 1968 e il 1970.
Successivamente viene scelto da Garinei e Giovannini per il ruolo dell’Arcivescovo tedesco in “Alleluja brava gente” con Renato Rascel e Gigi Proietti. In seguito lavora in vari cabaret d’Italia, fra cui il Derby di Milano, e si farà apprezzare al teatro romano “Il Bagaglino”, dove troverà Gabriella Ferri, Oreste Lionello, Enrico Montesano e Pippo Franco.
Dopo alcune partecipazioni in programmi Rai, come Milleluci (1974 con Raffaella Carra’), Dove sta Zaza’ (1973) e Mazzabubù (1975), D’Angelo nel 1979 è il protagonista de ‘La sberla’ seguito da diciannove milioni di telespettatori.
Ma il ‘boom’ di popolarità arriva con ‘Drive in’ (1983-1988): il comico interpreta Armando, un domatore di insuccesso che cerca ogni volta di far compiere a un cocker, assolutamente indifferente, degli esercizi circensi improbabili al grido ‘Has Fidanken’.
Nel 1988 conduce su Italia 1 assieme a Ezio Greggio la prima stagione del programma Striscia la notizia. Nel 1992 è il protagonista della sitcom Casa dolce casa, assieme a Alida Chelli e Enzo Garinei; nella serie compare anche sua figlia, Daniela D’Angelo, che interpreta il ruolo della figlia come nella vita.
Dopo aver vinto quattro Telegatti, nel 2001 vince il Delfino d’oro alla carriera.