La destra risponda: anche quando Richard Gere devolveva i compensi al Tibet era in cerca di visibilità?
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La destra risponda: anche quando Richard Gere devolveva i compensi al Tibet era in cerca di visibilità?

Nell'ormai lontano 2000, la Ferrero scelse come testimonial del suo cioccolatino più famoso, il Ferrero Rocher, l'attore Richard Gere, recentemente al centro di un dibattito tutto italiano

Richard Gere
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25 Ottobre 2021 - 19.09


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Nell’ormai lontano 2000, la Ferrero scelse come testimonial del suo cioccolatino più famoso, il Ferrero Rocher, l’attore Richard Gere, recentemente al centro di un dibattito dal sapore un po’ ridicolo tipicamente italiano. Gere, infatti, testimonierà al processo Open Arms in cui Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona, per essersi recato all’epoca a bordo della nave per verificare le condizioni dei migranti. E proprio su questo l’attore renderà la sua testimonianza, che è stata accettata dal Tribunale. 
Ma la destra che ama sostituirsi alla legge ha deciso che la testimonianza di Richard Gere non va bene. Su che basi non è chiaro, anzi sono piuttosto confusi. Da un lato c’è Giorgia Meloni che afferma, con notevole faccia tosta, che uno degli attori più famosi al mondo sarebbe ‘alla ricerca di visibilità’ (non una parola invece per personaggi come Enrico Montesano o Pippo Franco, il primo invitato in televisione in qualità di dissidente no vax, il secondo che aveva avuto l’ardire di candidarsi con Michetti per diventare assessore romano alla cultura). Dall’altro c’è invece chi, come Gasparri, che afferma l’esatto opposto, ossia che Gere serve a spettacolarizzare il processo a Salvini, proprio perché così famoso. 
Insomma, forse l’unica cosa che non va a genio alla destra è che a loro è toccato Montesano, mentre in difesa dei valori di umanità e accoglienza è arrivata una stella di Hollywood in persona. Fosse stato il contrario, è molto improbabile che si sarebbero lamentati. 
Ma Richard Gere non è certo nuovo ad atti del genere: tornando a quel famoso spot della Ferrero, la condizione che l’attore dettò fu che il suo intero compenso fosse devoluto in beneficenza alla popolazione del Tibet. 
Anche lì, cara Giorgia Meloni, era alla ricerca di visibilità?

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