Edward Morgan Forster, uno scrittore che deve tutto al cinema
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Edward Morgan Forster, uno scrittore che deve tutto al cinema

Forster fu in vita un autore sconosciuto, messo in ombra da altri scrittori, come James Joyce o Virginia Woolf, più originali e più innovativi sul piano stilistico. Fu consacrato solo anni dopo grazie alle trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi

Edward Morgan Forster, uno scrittore che deve tutto al cinema
Edward Morgan Foster
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13 Gennaio 2022 - 17.45


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di Gianluca Mazzei

Il 1 gennaio è ricorso l’anniversario della nascita di Edward Morgan Forster, scrittore britannico, nato nel 1879 e morto nel 1970.

Forster fu in vita un autore sconosciuto, messo in ombra da altri scrittori, come James Joyce o Virginia Woolf, più originali e più innovativi sul piano stilistico. Infatti Forster, nonostante la sua vita si fosse svolta prevalentemente nel Novecento, rimase sempre, nel modo di scrivere, ottocentesco: i suoi modelli letterari furono Jane Austen e Henry James.

Edward Morgan Forster fu consacrato solo anni dopo grazie alle trasposizioni cinematografiche dei suoi quattro grandi romanzi. Nel 1984, dopo la sua morte, un regista importante come David Lean traspose sullo schermo il suo romanzo del 1924, “Passaggio in India”, con Judy Davis e Alec Guinness. 

Successivamente un altro regista, James Ivory, realizzò altri tre film, “Camera con Vista”, del 1985, con Helena Bonham Carter e Julian Sands; “Maurice” del 1987, con James Wilby e Hugh Grant, e “Casa Howard”, del 1992, con Emma Thompson e Anthony Hopkins.

Forster era omosessuale e visse con tormento questa sua inclinazione, che nascose per non provocare quello che lui pensava potesse essere motivo di delusione per la madre, alla quale era molto legato avendo perso presto il padre. 

Egli fu inoltre un acuto osservatore della realtà inglese, concretando le sue riflessioni nei suoi romanzi.

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La sua prima opera, “Camera con Vista”, è del 1908. Sotto la sua veste sentimentale, rappresentata dal conflitto interiore di Lucy Honeychurch, dibattuta tra Cecil Vyse e George Emerson, è celata la denuncia della conformista società inglese. L’autore la divide in medievale e rinascimentale. Quella medievale, esemplificata da Miss Bartlett e Cecil, è caratterizzata da bigottismo e convenzioni borghesi; quella rinascimentale, rappresentata dagli Emerson, predilige l’ateismo e uno spirito rivoluzionario. Tuttavia la denuncia avviene con l’arma dell’ironia. 

La prima parte dell’opera è ambientata a Firenze, dove sono avvenute pure le riprese del film ad essa ispirato. James Ivory ha realizzato una pellicola di grande successo commerciale e ha presentato al mondo il capoluogo della Toscana in una maniera magistrale. Il cast era stellare, e la colonna sonora memorabile, impreziosita dall’ opera lirica di Giacomo Puccini.

Il grande successo per Forster doveva però arrivare con “Casa Howard”, del 1910. Quest’opera, narrando le peripezie di tre differenti gruppi sociali attorno alla dimora dei ricchi Wilcox, approfondisce il pensiero di Forster sul suo tempo. In questo romanzo prevale la vena drammatica. Oltre ai ricchi Wilcox, abbiamo le sorelle Schlegel, borghesi benestanti, e i poveri coniugi Bast. Questi tre gruppi interagiscono tra di loro attraverso relazioni sentimentali, ma più spesso prevale il conflitto. 

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Nel film ad essa ispirato compare la coppia di attori rappresentata da Emma Thompson ed Anthony Hopkins, che interpretano Margaret Schlegel e il signor Wilcox. La Thompson vincerà il Premio Oscar come miglior attrice.

Dopo “Casa Howard”, Forster cadde in una profonda crisi creativa, che si sarebbe sbloccata solo dopo una visita all’attivista omosessuale Edward Carpenter. In seguito a un audace contatto fisico con il compagno di questi, George Merrill, l’autore ebbe una folgorazione: subito gli attraversò la mente la trama di un’altra opera, che si sarebbe intitolata “Maurice”, il suo romanzo più intimistico e commovente.

Maurice è un giovane borghese mediocre che si innamora di un compagno di collegio, Clive, che invece è molto carismatico. Nel finale i ruoli si invertiranno e sarà Clive a uscirne sconfitto.

Finito nel 1914, “Maurice” fu fatto leggere solo a pochi intimi, come Christopher Isherwood; questi provarono, inutilmente, a convincere Forster a pubblicarlo. Tuttavia l’autore lo tenne per tutta la vita nel cassetto, tanto che il romanzo uscì postumo solo nel 1971. Questa sua mancanza di coraggio provocò il disappunto di molti intellettuali, tra questi anche Pier Paolo Pasolini.

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Grazie al film ad esso ispirato, James Wilby e Hugh Grant vinsero la Coppa Volpi come migliore attore, ex aequo. 

Il tema dominante del suo ultimo romanzo, “Passaggio in India”, che fu scritto dopo il suo viaggio in quel paese, è la diversità sociale e culturale tra gli inglesi, colonizzatori, e gli indiani, colonizzati, che crea un conflitto ed un’incomunicabilità fra i due mondi.  La trama del romanzo è molto articolata e mette in risalto la storia del medico indiano Aziz in conseguenza dell’incontro con le protagoniste inglesi, Mrs Moore e la giovane Miss Quested, al tempo del colonialismo inglese.

Da esso fu tratta prima una piece teatrale, ad opera di Santha Rama Ru, e da questa trasse ispirazione il film di David Lean.

Nonostante i romanzi di Forster presentino uno stile classico, possiedono dei risvolti rivoluzionari rispetto ai temi della letteratura ottocentesca. Per esempio in “Casa Howard” si affronta la gravidanza di una delle due sorelle nubili Schlegel; in “Camera con Vista” viene descritto un reverendo, nudo, che fa il bagno in un lago sotto lo sguardo della protagonista del romanzo, Lucy; in “Maurice” si parla apertamente e profondamente dell’omosessualità e in “Passaggio in India” uno dei temi dominanti del romanzo è quello dello stupro.

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