Lo sfregio degli Oscar ai compositori di musica da film
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Lo sfregio degli Oscar ai compositori di musica da film

È ora di restituire agli autori di colonne sonore la visibilità e il ruolo insostituibile che rivestono nella settima arte.

Lo sfregio degli Oscar ai compositori di musica da film
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Giuseppe Costigliola Modifica articolo

31 Marzo 2022 - 17.03


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Non c’è stato soltanto l’imbarazzante fuori programma dello schiaffo di Will Smith a Chris Rock a rendere un ben misero spettacolo l’ultima edizione degli Oscar. In pochi hanno notato una rumorosa assenza, una scelta indegna da parte di un’istituzione che nacque per valorizzare tutte le figure artistiche che rendono magica la settima arte: il premio alle migliori colonne sonore è stato infatti relegato a riconoscimento di serie B. Il Presidente dell’Associazione Compositori Musica per Film (ACMF), Pivio, ha affidato a Eurocomunicazione le sue dichiarazioni in merito dopo la notte degli Oscar 2022:

“Tanto tuonò che piovve. È da poche ore terminata la cerimonia degli Oscar 2022 e i risultati dell’ottusa scelta dell’Academy di escludere dalla premiazione ufficiale alcune fondamentali categorie sta già dando i primi frutti amari. L’Associazione Compositori Musiche per Film che rappresenta la quasi totalità dei compositori italiani di musica applicata – e che vede peraltro tra i suoi soci anche il Maestro Hans Zimmer, premiato proprio in questa occasione per le musiche del film Dune, cui quindi vanno tutti i nostri più sinceri applausi –  rifiuta con forza l’insensibile atteggiamento dettato da ipotetici interessi di ricerca dell’audience televisiva (il presidente dell’Academy David Rubin aveva parlato di desiderio nel veder aumentare il “coinvolgimento del pubblico”, ndr) che ha portato a relegare tra i premi ipoteticamente minori – e quindi non degni della visibilità che la serata di premiazione è in grado di garantire – quello per le migliori musiche originali (che all’Academy vengono indicate come Best Original Score)».

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L’accusa mossa da Pivio è ben condivisibile: l’organizzazione degli Oscar non tiene nella dovuta considerazione tutte le componenti che valorizzano un’opera cinematografica, caratteristica che ne ha caratterizzato la nascita e l’intera storia. Siamo insomma di fronte ad un pericoloso snaturamento dell’istituzione degli Oscar e di quel che rappresenta. Non bisogna essere critici raffinati per porsi una semplice domanda: Cosa sarebbero i film di Fellini senza le colonne sonore di Nino Rota? I film di Leone non musicati da Ennio Morricone? I capolavori di Hitchcock senza il tocco di Bernard Herman? Gli esempi sono legione, ma la risposta è sempre la stessa: un film è il risultato di una complessa serie di componenti artistiche che unite danno luogo ad un’opera d’arte, o comunque ad un prodotto artistico, indipendentemente dal livello qualitativo raggiunto. L’irrispettosa scelta dell’Accademy rischia di lanciare un messaggio distorto, continua Pivio, cioè “che il pur onorevole premio per la miglior canzone originale sia assimilabile a quello di migliore colonna sonora”.  Il primo, dunque, viene “viene televisivamente preferito al secondo per il suo presunto aspetto più glamour, e considerato un premio artistico, il secondo viene invece relegato a ‘mero’ premio tecnico”.

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Forse è davvero giunto il momento di ridefinire correttamente il concetto di contributo artistico e di contributo tecnico in un’opera filmica, e di restituire agli autori di colonne sonore la visibilità e il ruolo insostituibile che rivestono nella settima arte.

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