Cartabianca, chi è Inna Sovsun, la deputata ucraina contraria ai colloqui: "Di Putin non possiamo fidarci"
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Cartabianca, chi è Inna Sovsun, la deputata ucraina contraria ai colloqui: "Di Putin non possiamo fidarci"

In un’intervista recente, Sovsun si era detta ‘pessimista’ sui colloqui visto che "nessuna persona al mondo in questo momento si fida della parola di Putin”

Cartabianca, chi è Inna Sovsun, la deputata ucraina contraria ai colloqui: "Di Putin non possiamo fidarci"
Inna Sovsun
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5 Aprile 2022 - 19.21


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Ospite a Cartabianca stasera sarà Inna Sovsun, deputata del Parlamento ucraino per il partito d’opposizione Holos (Voce), nota per le sue posizioni anti-russe e contraria ai negoziati di pace con Putin che ha giudicato come ‘finti’. 

In un’intervista recente, Sovsun si era detta ‘pessimista’ sui colloqui visto che “nessuna persona al mondo in questo momento si fida della parola di Putin”: “Quello  che ci viene offerto è un compromesso, non una pace giusta. Noi vogliamo che ci venga resa giustizia per i crimini russi e purtroppo quello che ci viene offerto è il congelamento del conflitto che può portare a un’altra guerra tra un anno, due o sette”.

Sovsun evidenziava che “il principio fondamentale per concludere un accordo è che devi fidarti della persona con cui lo stai facendo. E non credo che ci sia una sola persona al mondo che possa dire di potersi fidare della parola di Putin”. Il presidente russo dice: ‘se sarete neutrali, allora fermeremo la guerra’. “Bene come possiamo assicurarci che ciò accada effettivamente? Va ricordato che l’Ucraina era ufficialmente uno Stato neutrale nel 2014. Ed è stato allora che è stata attaccata da Putin, che ha annesso la Crimea dopo aver iniziato la guerra nel Donbass. Quindi quello di cui abbiamo bisogno sono garanzie massime e non solo promesse”.

“Compromesso è una parola sbagliata. Può esserci un compromesso tra una vittima e una persona che l’ha stuprata? Ci poteva essere un compromesso tra gli ebrei e Hitler? Sono domande retoriche, ma non credo – replica Sovsun – Noi non vogliamo combattere, ma vogliamo avere giustizia e che la nostra sicurezza sia assicurata non sotto le armi russe”.

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