L’autobiografia di Luciano Ligabue: un tuffo nel suo mondo a cominciare dai genitori
Top

L’autobiografia di Luciano Ligabue: un tuffo nel suo mondo a cominciare dai genitori

È diventato uno degli artisti italiani più importanti. Tanti i risultati raggiunti e ancora ne arriveranno, intanto Il Liga pubblica il libro della sua vita.

L’autobiografia di Luciano Ligabue: un tuffo nel suo mondo a cominciare dai genitori
Luciano Ligabue
Preroll

globalist Modifica articolo

18 Maggio 2022 - 10.43


ATF

di Giordano Casiraghi
È fissato per il 4 giugno il ritorno live di Luciano Ligabue al Campovolo di Reggio Emilia dove arriveranno centomila persone. Un avvenimento atteso dai suoi numerosissimi fans che nel frattempo hanno avuto l’opportunità di leggere il libro «Una storia – Autobiografia» dello stesso Ligabue (Mondadori, pagg 473 – 22€). In quarta di copertina si legge: «Nessun libro può contenere  la vita di qualcuno. Ma i ricordi che contano sì. Con quelli ci si può provare».  Il Liga estrae dal cassetto i ricordi più cari, quelli legati alla sua infanzia, anzi quelli di quando viene al mondo, delle urla della Rina, la madre, per un parto difficile, ma in casa con la levatrice. Come si usava allora. «Sono uscito bluastro, in America direbbero born blue. Nato triste. Forse qualche pendenza con il destino, nei mie prossimi anni, ce l’avrò». Nato a Correggio da padre Giuanin e mamma Rina, l’infarto del padre, la tosse cattiva che invece tocca lui. Non era un bambino affamato il Liga, prima una sfiorata peritonite, poi le tonsille con complicanze. Insomma i primi anni sono un tantino complicati. Poi tutto si sistema, le serate al Tropical, l’esame della Siae mentre sta facendo il militare. La prima volta su un palco, tardi pomeriggio, prima del concerto serale di Gino Paoli. Le prime canzoni, ancora acerbe, scritte come per esercizio, non lo convincono pienamente ma gli fanno guadagnare qualche esibizione. Canzoni che non si sentiranno più, da «Io, la mia mucca e tu», «Il mandolino birichino», «Tartaro barbaro». 

Leggi anche:  Intelligenza artificiale e umanità: riflessioni etiche e sfide della trasformazione digitale globale

Un giorno va in un negozio a comprare una chitarra elettrica e chi trova come commesso? Paolo Belli che già canta nei Ladri di Biciclette. Belli gli propone una Gibson Sonex Custom colore giallo. 

Incontra Claudio Maioli e con lui comincia a girare per case discografiche alla ricerca di un contratto. Un bel giorno «Maio», il suo intraprendente produttore, prende l’elenco telefonico e va a scorgere nel comune di Sassuolo il nome di Pierangelo Bertoli. Detto fatto, già nella stessa sera sono a casa sua per fargli ascoltare alcuni provini di Luciano. L’incontro con Angelo Carrara favorito da Bertoli, quello con Gigi Cavalli Cocchi al Casablanca di Reggio. Altro importante tassello nella costruzione del sound di Ligabue, quello che ha bisogno di un disco per esordire e Gigi sa come manovrare la sala di incisione. Poi inizia la processione alle case discografiche, perché anche uno come Angelo Carrara, che ha portato al successo uno come Franco Battiato, sulle prime incontra non poche difficoltà a far firmare un contratto a Luciano Ligabue.   E si va avanti, con tante storie che diventano la storia di uno dei più grandi artisti di casa nostra. Ligabue entra in dettagli personali e di ambito familiare e, andando avanti nella lettura, il racconto assume i  parametri di un romanzo dal procedere avvincente.

Native

Articoli correlati