Il 27 maggio del 2021 se ne è andata Carla Fracci, grandissima artista, grandissima donna. Una vita per la danza ma anche uno sguardo generoso al sociale.
Carla Fracci era nata a Milano il 20 agosto del 1936, ha studiato alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala con Vera Volkova dove si è diplomata nel 1954 ed è divenuta prima ballerina del Piermarini nel 1958. La sua ultima apparizione è stata proprio alla Scala due mesi fa dove ha tenuto una masterclass su ‘Giselle’. Il poeta Eugenio Montale la definì l'”Eterna fanciulla danzante”. Mentre Charlie Chaplin dopo averla vista la prima volta si espresse così: “You are wonderul. Di se stessa diceva: “Sono cresciuta tra i contadini, nelle campagne vicino Cremona, libera, tra molti affetti e necessità concrete. E proprio lì, ben piantate nella terra, ci sono le mie radici”.
Carla ha 10 anni, quando amici di famiglia convincono i suoi a iscriverla danza. Troppo vecchia per iniziare a ballare: “All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno mentale e fisico. Io, poi, sognavo di fare la parrucchiera. Fu pensantissimo”. A 12 anni è una comparsa in La bella addormentata con Margot Fonteyn. L’incontro ravvicinato con la grande ballerina le fa capire che i sacrifici, lo studio, la disciplina hanno un senso profondo, che la danza è poesia. Si diploma nel 1954, nel 1955 debutta nella Cenerentola alla Scala; nel 1958, a 22 anni, viene promossa prima ballerina. Ha ballato nei teatri più importanti, dalla Scala al Royal Ballet, al Stuttgart Ballet, il Royal Swedish Ballet, e dal 1967 artista ospite dell’American Ballet Theatre, con i più eccelsi partner come Erik Bruhn, Rudolf Nureyev, Mikhail Baryshnikov, Gheorghe Iancu, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, gli italiani Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi, e coreografi come Cranko, Dell’Ara, Rodrigues, Nureyev, Butler, Béjart, Tetley e molti altri.
Arriva l’incontro con Nureyev che risale al 1963 e sarà un sodalizio artistico che incanterà mezzo mondo per oltre un ventennio. “Ballare con Rudolf era una sfida. Carattere difficile. Eccentrico e competitivo. Ma di grandissima generosità. Era inammissibile per lui che nel lavoro non ci si impegnasse. E per guadagnarsi la sua stima, bisognava essere più forti e uscirne vittoriosi”. Ormai era diventa l’étoile italiana più famosa nel mondo, “la prima ballerina assoluta” scriverà il New York Times.
“In tanti mi hanno chiesto come ci si sente a essere un mito. Ma i miei che erano dei lavoratori, padre tranviere, madre operaia mi hanno insegnato che il successo si deve guadagnare. E io ho lavorato, lavorato, lavorato… “. Continua a farlo anche dopo il matrimonio con Beppe Menegatti, aiuto regista di Visconti, nel ’64, e dopo che è diventata mamma nel ’68.
Quando cominciò a sentirsi male volle mantenere uno stretto riserbo sulle sue condizioni di salute. Disse in una delle sue ultime apparizioni in Tv: “Mi lamento spesso e sono una polemica ma la mia è stata una gran bella vita”. (C.S.)