Andrea Chiodi: "Il festival 'Tra Sacro e Sacro Monte' come inno alla vita
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Andrea Chiodi: "Il festival 'Tra Sacro e Sacro Monte' come inno alla vita

Intervista a Andrea Chiodi, regista e direttore artistico, allievo di Piera Degli Esposti

Andrea Chiodi: "Il festival 'Tra Sacro e Sacro Monte' come inno alla vita
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Tiziana Buccico Modifica articolo

28 Luglio 2022 - 17.17


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Un personaggio eclettico, un regista e un direttore artistico, un’intervista all’ideatore e direttore della tredicesima edizione di un festival di teatro unico nel suo genere “Tra Sacro e Sacro Monte”. Andrea Chiodi, regista e direttore artistico, allievo di Piera Degli Esposti, e laureato con una tesi sulla tragedia greca sotto la guida di Eva Cantarella, un curriculum nazionale ed internazionale, una serie di successi di critica e di pubblico in una carriera ricca e caleidoscopica.

Dal 7 al 28 luglio un programma intenso e importante per porre attraverso l’arte del teatro le grandi domande dell’umanità. Un percorso potente che parte dall’oggi e dalla contemporaneità, in un momento delicato per il nostro universo, un momento per riflettere attraverso grandi figure che animano l’arte e la letteratura.

Eccoci al Sacro Monte di Varese con un debutto davvero importante, riportando il pubblico all’aperto, ritornando ad animare luoghi e a smuovere pensieri, chi meglio di Massimo Recalcati per il direttore Chiodi. In un’amabile chiacchierata, mentre il caldo avvolge la penisola e regala il tutto esaurito al Festival di Sacro Monte, Andrea Chiodi si racconta e mi racconta: “L’unico modo per combattere la morte, è cantare un inno alla vita. L’unico modo per ricominciare, oggi, è farlo con forza”: da queste parole che presentano il lavoro teatrale di Massimo Recalcati, “Amen”, siamo voluti partire per scegliere un racconto efficace anche per questa edizione. Per citare sempre Recalcati e il libro che gli ha cambiato la vita “il Sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern” dove l’attaccamento alla vita è il fulcro di tutto. Un inno alla vita da cantare per combattere la morte, direi anche per combattere il male”.

“Durante il mese di luglio abbiamo portato, nell’incanto del Sacro Monte, alcune figure e pensieri, dopo la rappresentazione “Amen”, abbiamo continuato con una figura straordinaria che più di tutti ha cantato questo inno alla vita: San Francesco, con l’ironia di Giovanni Scifoni, noto attore romano che ha fatto dell’inno alla vita attraverso l’ironia un suo cavallo di battaglia e che ha portato al festival lo spettacolo Mani Bucate. A seguire una delle giovani attrici, autrici e performer più interessanti della nuova generazione di artisti del teatro italiano: Federica Rosellini, Premio Ubu 2021 per l’”Amleto” di Antonio Latella, che ha debuttato al Sacro Monte con un suo studio su una figura interessantissima come Hildegard Von Bingen e che abbiamo voluto sostenere e produrre”.

Stasera va in scena, per chiudere in bellezza, uno spettacolo che si prospetta davvero emozionante Massimo Popolizio racconterà la figura di Pasolini nella celebrazione dei cent’anni dalla nascita; un omaggio del Festival ad una figura che pur nella drammaticità del vivere ha sempre cercato come combattere la morte, non tanto come fine della vita ma come morte della ragione. “Il Pasolini delle borgate, il Pasolini intellettuale del popolo – mi spiega il Direttore- un’interpretazione intensa che interroga il pubblico, che mette lo spettatore di fronte ad una riflessione, un modo per ragionare su risposte non sempre facili e soprattutto per nulla banali. Una scelta forte per raccontare una delle figure più emblematiche della letteratura e del pensiero italiano, il Pasolini che si poneva frequenti interrogativi sulla fede, sul sacro, sulla vita”.

 “Autori controversi che si raccontano e vengono interpretati in un Festival non convenzionale, un Festival che non si è fermato neanche con l’emergenza Covid, ma che anzi ha cercato di spingere sull’acceleratore della ripresa. Abbiamo anche scelto in questi due anni – continua Chiodi- di promuovere gli artisti e gli autori giovani ed emergenti del territorio, tutti quelli che si sono trovati di fronte ad una realtà inaspettata e che hanno rischiato di perdere insieme al lavoro, le prospettive e la possibilità di esprimersi”.

Un soddisfatto Andrea Chiodi pronto già ad immaginare la prossima edizione dichiara:” Tutto esaurito, tutte le sere nei vari luoghi del Festival, pubblico eterogeneo per tornare nell’agone del teatro e per trascorrere una serata tra cultura, riflessioni ed emozioni. Un pubblico trasversale per fasce di età ed interessi, ci ha premiato con la presenza e la grande partecipazione, le scelte degli spettacoli e degli eventi hanno incontrato l’interesse del territorio ma anche di turisti e cultori del teatro venuti appositamente. Un risultato che ci fa guardare ben oltre. Come sempre abbiamo cercato di rappresentare i baluardi del pensiero moderno e contemporaneo, di porci domande non scontate a cui trovare risposte ragionate.Così dopo tredici anni siamo certi e felici del percorso fatto, all’insegna delle collaborazioni virtuose e dell’incontro con i grandi nomi della scena teatrale italiana”.

Ci salutiamo con un arrivederci per la prossima edizione e per i numerosi impegni teatrali che Andrea Chiodi porterà in giro per l’Italia, il teatro oggi più che mai racconta il mondo, le sue crisi, i suoi problemi e le visioni di un’umanità che forse seduta e spettatrice può ritrovare il tempo per pensare, per riflettere, per ragionare e per emozionarsi, il Festival del Sacro Monte ha centrato l’obiettivo.

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Nel teatro la parola vive di una doppia gloria, mai essa è così glorificata. E perché? Perché essa è, insieme, scritta e pronunciata. È scritta, come la parola di Omero, ma insieme è pronunciata come le parole che si scambiano tra loro due uomini al lavoro, o una masnada di ragazzi, o le ragazze al lavatoio, o le donne al mercato – come le povere parole, insomma, che si dicono ogni giorno, e volano via con la vita”. ( Pier Paolo Pasolini)

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