di Alessia de Antoniis
Osho sarà domenica 31 luglio alla casa del Jazz di Roma per un’ora di meme. La barba c’è, la tunica bianca non credo. Ma Federico (Osho) Palmaroli è lo stesso che ha dato il ritmo alle nostre giornate di lockdown con le battute surreali di #lepiubellefrasidiosho. Ma non ditegli che fa meme. “Preferisco chiamarli fotoromanzi” – puntualizza Federico.
Più Vanzina che Forattini…
Io metto la battuta sulle foto. Il memista non esiste, possiamo definirmi un umorista.
Alla Casa del Jazz creerai fotoromanzi estemporaneamente come i vignettisti in tv?
No, faccio solo un racconto degli ultimi due anni di attualità politiche, vicende pandemiche… Leggerò le mie vignette come le immagino quando le faccio, ricamandoci sopra passandole in rassegna.
Dalla vignetta al meme. Anche la satira si deve adeguare al pubblico che cambia?
Penso che il pubblico sia sempre lo stesso, è solo diverso il modo di comunicare. Prima c’erano i vignettisti classici, le trasmissioni che li ospitavano, programmi di satira belli che ora non si fanno più. Ora c’è il web.
Gaber cantava “Tutti i film che fanno oggi son di destra, se annoiano son di sinistra. Tutto il vecchio moralismo è di sinistra, la mancanza di morale è a destra”. Nel film “Passione sinistra”, il sushi è di destra e il kebab di sinistra. Tu hai capito la differenza tra destra e sinistra oggi?
C’è questa tendenza a etichettare tutto, che a me non piace. Va bene in ambito politico, ma politicizzare a tutti i costi cose che non hanno niente a che fare con la politica, è noioso. Io ho ammesso pubblicamente di essere un uomo di destra. Da quel momento è come se la mia vena artistica avesse dovuto essere necessariamente etichettata e piacere o meno a seconda dell’orientamento politico. Per me l’ideologia politica è qualcosa che dovrebbe rimanere fuori.
Ti viene in mente una persona di sinistra e una di destra?
No. Non sono uno che crede nei dogmi. Non si può definire una persona completamente di destra o di sinistra. Ci sono aspetti che a me piacciono della sinistra, anche se fondamentalmente resto un conservatore. Altrimenti diventa un atto di fede, non un’opinione.
Facciamo un gioco: sei Craxi e puoi vedere il futuro. Siamo a Fantastico del 1986. Non cacci Grillo dalla Rai e lo lasci fare il comico, tanto poi va in pensione come gli altri. Oppure, sapendo che fonderà M5S, che toglierà voti al Pd per goveranare con la destra leghista, lo cacci preparando una tua vendetta post mortem?
Lo lascerei in Rai perché sono contro la censura e perché penso che ognuno debba fare il suo mestiere. Grillo ha avuto la capacità di convogliare il malcontento popolare all’interno di un partito, ma alla lunga la storia gli ha dato torto. Alla fine, sono diventati esattamente quello che contestavano e che volevano distruggere. La migliore frase rimane quella di Andreotti: “il potere logora chi non ce l’ha”. L’idea dei 5S era apprezzabile, ma poi si sono amalgamati con il velluto delle poltrone di Montecitorio.
Mi piaceva l’idea che gente venuta dal basso entrasse nei palazzi del potere e rappresentasse un elemento di rottura. Ovviamente preoccupato per l’incompetenza di gente che andava a governare senza preparazione. Per questo non entro in politica, perché penso che forse la stessa cosa accadrebbe a me. E non perché sei un figlio di buona donna, ma perché devi scendere a compromessi e sposare dinamiche che ti cambiano. Entri e dici: vabbè facciamoci due mandati. Anzi, pensi che sia già tanto esserci arrivato. Pensi allo stipendio che prendi e ti dici che puoi anche darne una parte al movimento. Una volta dentro ti auguri di rimanerci tutta la vita perché quegli stipendi mica fanno schifo.
Un personaggio per il quale non ha mai trovato la foto o la frase giusta?
La difficoltà sta nel mettere insieme due persone che non si sono mai incontrate. Qui invidio ai vignettisti il saper disegnare. In questi casi risolvo con la telefonata, che è l’unico modo per farli parlare. Io non faccio fotomontaggi.
Su FB devo andare al 21 marzo per trovare Berlusconi. La Meloni non pervenuta. Forattini non risparmiava nessuno, che fossero al governo o all’opposizione…
Ce ne sono poche ma ci sono. Credo che la satira su Berlusconi sia stata sfruttata abbastanza. Da vent’anni le battute sono sempre le stesse. La Meloni perché non ha mai governato a differenza dei 5S. Se una non prende decisioni governative è difficile fare satira. Stando sempre all’opposizione non ho molti spunti.
È stata vicepresidente della Camera con il Prodi II e Ministra con il Berlusconi IV…
Come vicepresidente della camera non sei al Governo.
Aver mandato via Draghi, all’estero viene visto come la conferma che siamo un Paese che non vuole avere regole…
Anche io sono preoccupato. Sicuramente Draghi è una persona competente però, se ti professi democratico, devi accettare che la maggioranza del Paese vuole votare a destra. Vedere questo come uno spauracchio, significa offendere la maggior parte del popolo italiano dicendo che, fondamentalmente, non capiscono niente. Non è che hai la democrazia solo se vinci te.
Vista la situazione, forse sarebbe stato meglio attendere la fine del mandato.
Su questo sono d’accordo, ma avresti solo rimandato.
Ma si è impedito al governo di operare in via straordinaria in un momento critico come questo…
Sicuramente avrei continuato con questa legislatura, anche perché andare al Governo con le problematiche di adesso, affrontare il problema del gas, l’inflazione e tutto il resto… Ma nel 2023 la Meloni sarebbe stata in testa lo stesso. Poi magari non è detto e alle urne accadrà altro.
Andiamo a votare con la vecchia legge elettorale a liste bloccate e la riforma costituzionale che ha ridotto il numero di parlamentari. Pensi che il futuro Parlamento sarà rappresentativo di tutti gli italiani?
Più che altro non vorrei essere al posto di chi sta facendo le liste, perché si staranno ammazzando visto che hanno meno posti in parlamento. Non lo so se questa riforma sarà un beneficio o un maleficio. Vedremo.
Il tuo habitat sono i social. Cosa ti irrita di più dei social?
Che puoi scrivere qualsiasi cosa, insultando le persone mantenendo l’anonimato. Oramai abbiamo tutti imparato a lasciar perdere questa gente qua.
La satira è sempre più sinonimo di meme. Sta cambiando perché manca la sagacia e la cultura in chi la fa e in chi la legge o per il dilagare del politically correct e degli algoritmi dei social?
L’algoritmo sicuramente è un limite. Puoi scegliere di fregartene se vieni bannato, ma l’umorismo risente del politicamente corretto: le battute vanno edulcorate. Io devo fare lo slalom tra i termini che non posso usare sui social, ma se postessi li userei. Molti film degli anni ’80 e ’90, con un linguaggio diverso non farebbero ridere nessuno. E sono felice di non essermi perso i capolavori di quegli anni.
“Il Santone – #lepiùbellefrasidiOsho”. Fa ridere in modo diverso. Quell’ashtag genera troppe aspettative?
Non puoi portare le vignette in televisione. L’idea di partenza era quella del santone che all’improvviso si trova calato nella realtà romana, che è quello che ho fatto con le mie prime vignette.
È una storia diversa della quale non ho scritto la sceneggiatura. Sicuramente c’era un’aspettativa, ma è andata bene lo stesso. Forse perché la serie è uscita quando è scoppiata la guerra e c’era bisogno di distrazione, perché c’era un modo diverso di raccontare la periferia dove sembra sempre che ci sia solo violenza e delinquenza. Non poteva esserci la comicità che c’è nelle vignette, ma su Raiplay nella prima settimana abbiamo fatto 4 milioni di visualizzazioni e RaiPlay non è certo il canale che tu la sera dici: vediamo che c’è su Raiplay.