di Alessia de Antoniis
“Ennio Morricone Tribute” a Taormina, ovvero “Signore e signori, ecco a voi la Colonna Sonora”. La celebre frase del film “Fantasia” di Disney, ben si addice al concerto con il quale il Maestro Filippo Arlia omaggerà Ennio Morricone martedì 2 agosto alle ore 21,30 al Teatro Antico di Taormina. Alla direzione dell’Orchestra Filarmonica della Calabria e del Coro Lirico Siciliano, il Maestro Arlia condurrà il pubblico in un viaggio emozionante fra le celebri musiche del compositore italiano. Da “C’era una volta il West” a “La leggenda del pianista sull’oceano” a “Nuovo cinema Paradiso”.
In qualità di consulente artistico del Festival di Musica Sinfonica di El Jem, il Maestro Arlia si esibirà in Tunisia dal 23 al 27 Settembre nel “piccolo Colosseo” di El Jam.
“È un palcoscenico meraviglioso e, dal punto di vista acustico, si presta benissimo ad accogliere un’attività come la nostra. Sarà una settimana che ci regalerà molte soddisfazioni”.
Maestro, il sultano dell’Oman ha voluto la Royal Opera House di Muscat, che ha visto la collaborazione dell’Arena di Verona e di Zeffirelli. Lei lavora in Tunisia. Stiamo offrendo le nostre competenze per formare nuovi artisti e creare valore in Paesi che vogliono investire nella cultura?
Sì, ma sono progetti in fase di crescita. La Tunisia è senza dubbio tra quei Paesi che si vogliono avvicinare alla nostra arte. L’anfiteatro romano di El Jem è un lascito dell’impero romano che loro utilizzano come noi Taormina o Siracusa. Che possano in breve tempo avvicinarsi a noi, è difficile. Dal punto di vista musicale, hanno una cultura musicale lontana dalla nostra. Anche un concetto basilare, come l’intonazione dello strumento, è completamente diverso perché hanno un orecchio abituato alla musica araba. Il nostro progetto non è solo andare a fare un festival nell’arena di El Jem, ma costituire un centro di studi e di perfezionamento sostenuto dall’Ambasciata italiana e dall’Istituto di cultura, con l’Università e il conservatorio di Tunisi. Questo per fare in modo che gli allievi possano approfondire la conoscenza della musica classica occidentale.
Lei ha iniziato con Gershwin. Le scene ballate dei musical erano dei videoclip ante litteram, grazie ai quali associavamo la musica alle immagini. Morricone attira pubblico eterogeneo perché ha creato colonne sonore di film iconici?
È vero, è la prima volta che dirigo musiche di Morricone. È fuori di dubbio che sia una genio assoluto del nostro secolo. Già con la musica a programma dell’inizio del Novecento, che descriveva delle immagini o delle situazioni, alcuni compositori classici avevano rinnovato la musica classica. In Italia abbiamo il Teatro alla Scala che fa il pieno durante tutta la stagione, ma stiamo parlando di un bacino di utenza di milioni di abitanti. La musica classica ha necessità di rinnovarsi per avvicinarsi a un pubblico nuovo. I festival continuano ad attirare pubblico, soprattutto giovani, ecco perchè si deve avvicinare ai nostri giorni. Morricone coniuga benissimo questi due ambiti: utilizza gli strumenti classici dell’orchestra sinfonica, ma scrive una tipologia di musica che si avvicina alle nostre orecchie. La musica da film ha la capacità di fare da ponte tra i musicisti classici e il giovane pubblico che viene ad ascoltarci.
Ma se non avesse vinto due Oscar, crede che le colonne sonore di film western sarebbero entrate nei templi della musica classica?
Secondo me sì. Analizzando la sua musica, mi sono reso conto che la genialità di Morricone sta nell’essere riuscito a scrivere cose bellissime in maniera semplice. La sua unicità sta nel fare un tema con poche battute, facile da suonare e bellissimo da ascoltare. Io, che suono il violino, che vengo da un conservatorio, posso suonare un tema semplice ed emozionare la gente nello stesso modo. Questo perché è il tema che è geniale: ecco cosa rende straordinaria la musica di Morricone. Qui sta la forza del suo repertorio. Ecco perché le confermo che, anche se non avesse vinto l’Oscar, sarebbe comunque stato Ennio Morricone.
Se oggi Mozart fosse vivo suonerebbe colonne sonore?
Assolutamente sì. È quello che dico spesso ai miei colleghi. Non facciamo questo errore, perché già Bach faceva pianobar in un caffè. Quindi suonava preludio e fuga. Se avesse fatto pianobar oggi, probabilmente avrebbe suonato Richard Clayderman. Sono cambiati i tempi, la musica, è cambiato il modo di suonare.
Il 9 agosto sarà di nuovo a Taormina con la Carmen. Bizet è una novità nel suo repertorio...
Sì, è il primo anno che mi dedico alla Carmen di Bizet. È una musica molto diversa. Stiamo comunque parlando di musica classica e lirica. Mi sono confrontato con una una lingua nuova, essendo un’opera non in italiano, e questa è la prima differenza. La definirei un’opera danzante: tantissimi dei temi quivi contenuti, sono dei temi legati alla danza, ai temi popolari spagnoli. Poi c’è da dire che Carmen è un’opera che si presta alla stagione estiva. Siamo a Taormina, in uno dei siti del Festival Lirico dei Teatri di Pietra, all’aperto, nei parchi archeologici, quindi la scelta di Carmen è stata dettata, oltre che dalla bellezza dell’opera, anche dal fatto che, al contrario di un’opera come può essere Rigoletto o Otello, Carmen è un’opera che si lega molto bene ad una notte con il cielo stellato al teatro antico di Taormina.