Michael Pergolani, l’inviato da Londra di L’Altra Domenica a 'nudo' in un romanzo biografico
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Michael Pergolani, l’inviato da Londra di L’Altra Domenica a 'nudo' in un romanzo biografico

Michael Pergolani arriva a comporre il suo romanzo biografico Nudo, niente di scontato, niente di solo biografico, ma un involucro dove entrano storie che si intrecciano, ma tutto scorre

Michael Pergolani, l’inviato da Londra di L’Altra Domenica a 'nudo' in un romanzo biografico
Michel Pergolani
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29 Novembre 2022 - 19.30


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di Giordano Casiraghi

Lo abbiamo seguito ai tempi di Ciao 2001 e poi a L’Altra Domenica di Renzo Arbore. I suoi servizi da Londra hanno contribuito a rendere unica e straordinaria le puntate domenicali sul secondo canale, mentre sulla rete ammiraglia andava fisso il Corrado nazionale. Non c’era gara in fatto di auditel, ma il pubblico più curioso e giovanile non aveva dubbi e seguiva Arbore e tutti i suoi collaboratori. Tra questi destava una certa simpatia Michael Pergolani con le sue storie, mai prevedibili, mai che vertessero su un personaggio soltanto. Sì, andava a incontrare gli artisti che però poi mischiava con tanto altro. Oggi Michael Pergolani arriva a comporre il suo romanzo biografico Nudo (L’altracittà, pagg. 464, 20€), niente di scontato, niente di solo biografico, ma un involucro dove entrano storie che si intrecciano, ma tutto scorre. Un libro particolarmente intrigante, come lo erano i racconti di Pergolani alla televisione nei tardi anni Settanta, il più originale della banda di Arbore. 

Allora Michael, come vogliamo definirlo questo libro, scritto in maniera particolare?

Non ho voluto fare una mia biografia, però possiamo chiamarlo romanzo biografico, la parte fantastica si mischia con quella reale nel senso che quello che poi viene scritto è un insieme di realtà e finzione letteraria. Insomma, è andata avanti così e fondamentalmente nella vita volevo fare letteratura, sì volevo scrivere romanzi, perché devi sapere che sono nato a Lubecca dove pure è nato Thomas Mann. I miei temi alle elementarifacevano il giro della scuola, mia mamma mi vedeva calcare le orme del grandescrittore. 

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Ecco, allora perché hai fatto dell’altro?

È vero ma ho sempre usato il racconto, in varie forme, che fosse radio o televisione. Non ho mai fatto la solita intervista, che era la parte più banale, ma facevo emergere l’intera situazione che il personaggio che andavo a incontrare suggeriva. Anche qui va detto che ho sempre trattato tutti quanti alla pari, non mi sono mai posto il problema tu sei l’artista e io ti vengo a intervistare. E questo modo di agire lo trovi nei giornalisti inglesi, quelli che scrivevano sul New Musical Express e Sound. A modo loro era delle rockstar e io non ho mai avuto soggezione di qualcuno. Come anche non ho mai fatto interviste a artisti che erano in promozione per un nuovo disco. Non mi interessava approfondire cose su quella canzone e come perché l’avesse scritta, mi interessava invece capire chi avevo davanti. Non ero visto bene dalle case discografiche italiane perché i mei servizi all’Altra Domenica non coincidevano con l’aspetto promozionale.

Nel libro racconti che è stata Fiorella Gentile a chiamarti per entrare nell’orbita di Renzo Arbore. E tu che hai risposto?

Arbore chi? Non lo conoscevo, ero in Inghilterra dove avevo un’agenzia fotografica, la Campus, e campavo vendendo foto e scrivendo articoli. Ero di passaggio a Roma per andare in vacanza in Sardegna con mio figlio, quando arriva questa chiamata.Era Fiorella che mi chiedeva se volevo partecipare da Londra ad un programma radio di Renzo Arbore risposi di sì e due settimane dopo incominciai a trasmettere dalla BBC di Broadcasting House. Incontravo parecchi personaggi  a Londra, con George Harrison ho avuti numerosi interscambi, anche profondi, foto con gli artisti ne avevo perché con la mia agenzia lavoravano altri fotografi e capitava che venissi fotografato insieme all’artista. Uno di quelli con cui ho maggiormentelegato è stato Marc Bolan. Tantissimi i concerti che ho seguito come fotografo e di cui ho scritto, circa 2000, ma quando ho deciso di tornare a Roma la gran parte del materiale che avevo accumulato mi fu rubato.

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Più nel dettaglio del libro, come mai non hai usato le maiuscole dopo un punto?

Volevo eliminare tutto, non sono il primo a farlo, ma avrei voluto togliere anche la punteggiatura, però le maiuscole non le volevo, mi sembravache ogni volta si mettesseuna barriera al discorso, come fa il Mose per la marea a Venezia. Il continuo uso delle lettere maiuscole avrebbe interrotto il flusso. 

Nel libro entra anche la tua famiglia, tua mamma per esempio, che avevi da perdonarle?

Scrivendo il libro l’ho rivalutata, forse anche perdonataper il fatto che appena nato mi aveva abbandonato per i primi cinque anni dalla nonna tedesca. Questo fatto ha determinato il mio rapporto non sempre sereno con le donne. Ogni donna del libro si chiama Cleo, come Cleopatra, ma non è un personaggio unico, in effetti Cleo rappresenta tutte le donne importanti della mia vita, è l’archetipo del femminile e nel racconto si mischiano fin quasiu a diventare un’unica persona. 

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Pare leggendo il libro che a te la musica italiana non sia mai piaciuta. È così?

Per la gran parte è così, io ho sempre amato il Blues e poi anche il Rock. No, Battiato e gli Area non mi hanno preso, semmai ho apprezzato Pino Daniele, Lucio Dalla e Fabrizio De André, in ogni caso non ho mai amato il Progressive, anche se quando sono venuti a Londra quelli della PFM sono stato con loro in varie occasioni, come anche con Antonello Venditti quando è venuto a missare il disco Sotto il segno dei pesci. 

In conclusione cosa troviamo in questo libro?

Non ho voluto fare un libro di aneddoti tipo quelli che di solito scrivono (o si fanno scrivere) i personaggi della tv, ho voluto scrivere un romanzo in molta parte autobiografico ma anche un romanzo di formazione, un romanzo di viaggio nella “storia” di un’epoca vissuta ma anche no.  Non per niente il romanzo tocca Alessandria d’Egitto al tempo dei faraoni e finisce ben oltre i nostri tempi… per poter fare questi salti temporali mi sono dovuto dividere in tre: Michael, Miky e Meo ovvero Tolomeo fratello, sposo e amante di Cleopatra… il tutto saltando allegramente tra le pieghe del tempo.

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