di Alessia de Antoniis
A Cannes ha aperto La Quinzaine des Réalisateurs . In Italia sarà in sala dal 12 gennaio. È “Le vele scarlatte” di Pietro Marcello, con Juliette Jouan, Raphaël Thiéry, Noémie Lvovsky e con la partecipazione speciale di Louis Garrel e Yolande Moreau. Prodotto da CG Cinéma, Avventurosa e Rai Cinema, è distribuito da 01Distribution.
“I cosiddetti miracoli si possono compiere con le proprie mani”. Con questa citazione di Aleksandr Grin, autore del libro dal quale è liberamente tratto il film, si apre la pellicola emozionante “Le vele scarlatte”, un dono di rara bellezza che Pietro Marcello sembra aver tirato fuori da un album di famiglia.
Un campana che suona a morto, minuti senza dialoghi affidati ai campi lunghi e alle immagini sgranate di un vecchio girato in 16mm. La storia inizia con brevi immagini di repertorio della prima guerra mondiale, unico appiglio temporale di una storia sospesa nel tempo e nello spazio. Nella società delle immagini martellanti, delle parole urlate a velocità incomprensibile, Pietro Marcello ci restituisce un film che scorre come l’acqua di un grande fiume, con i dialoghi ridotti all’essenziale come la vita dei protagonisti. Emozioni che scavano il cuore dello spettatore come le rughe che segnano i volti dei protagonisti. Un film recitato con gli sguardi, con i gesti, finanche col respiro.
Un regista italiano per un film dal sapore francese. Un film profondamente femminile, diretto da un uomo e basato su una storia scritta da un uomo. Un film che parla di streghe: di donne artiste, libere pensatrici, indipendenti, assetate di conoscenza, che si ribellano alla società maschile e maschilista. Di donne che non si colpevolizzano neanche davanti a un tentativo di stupro. (“Quando ci fanno del male, noi donne ci colpevolizziamo” è una frase del film). Di madri e di figlie. Di legami che trascendono i vincoli formali e che legano le donne da tempi remoti le une alle altre.
Juliette (la bravissima Juliette Jouan), è la “donna-lupo” che non verrà mai portata via dalle vele scarlatte, come le dicevano in paese: la donna che nessuno rinchiuderà mai in manicomio come accadeva fino alla metà del secolo scorso in Italia alle ribelli che volevano solo vivere fuori dagli schemi imposti dalla famiglia e dalla società.
Marcello ha girato un inno alla sorellanza, il manifesto di una società basata sui rapporti umani, che parla di famiglia allargata, di lotta al branco, di rispetto, di solidarietà, di inclusione, di coraggio.
Raphaël (Raphaël Thiéry) è un uomo che sa amare le streghe e che per questo viene ghettizzato da quella società patriarcale, maschile e femminile, che giustifica la propria brutalità per garantire la sua sopravvivenza.
L’ultimo lavoro di Pietro Marcello è una storia di donne che non hanno perso, che hanno la loro vita nelle proprie mani, che ribaltano il finale favolistico per cui “e vissero felici e contenti” c’è solo col principe azzurro. Juliette è una donna che non passa da un padre a un altro, ma si emancipa e vive felice anche senza principe azzurro. Una donna che sceglie e non vive per essere scelta. Soprattutto, è la donna che ha vinto sul fato, sulla predizione di un futuro che lei stravolge. Perché i miracoli si possono compiere “solo” con le proprie mani.
Le vele scarlatte attraversano sì il mare, appaiono a Juliette, ma per riunire un uomo e una donna, separati dalla vita come appare ai nostri occhi ciechi, in un altrove che ha il profumo della serenità.
Un film da gustare in sala, per assaporare l’alchimia tra la sceneggiatura di Pietro Marcello, Maurizio Braucci e Maud Ameline, la bellissima fotografia di Marco Graziaplena e le musiche potenti di Gabriel Yared.
In conferenza stampa Pietro Marcello ha detto: “Volevo fare un film semplice”. Ha fatto un’opera d’arte.
SINOSSI
Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette, giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël, un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia. Liberamente ispirato a Le vele scarlatte di Aleksandr Grin, scrittore russo pacifista del XX secolo, il film di Pietro Marcello è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico.