In Etiopia è stata rinvenuta la più antica “officina” di utensili in pietra. La scoperta è avvenuta nel sito archeologico di Melka Kunture, in Etiopia, ed è databile al pleistocene inferiore. I dettagli del ritrovamento sono consultabili nell’articolo A surge in obsidian exploitation more than 1.2 million years ago at Simbiro III (Melka Kunture, Upper Awash, Ethiopia)”, pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution.
La scoperta si deve ad un gruppo di ricercatori italo-spagnoli, i quali hanno provato come gli ominidi non agissero esclusivamente d’istinto, bensì fossero anche capaci di forme organizzative più complesse e di tramandare le tecniche acquisite, retrodatando di 500mila anni la nascita di tali facoltà.
Il sito del ritrovamento, a circa 50 km a sud di Addis Abeba, nell’alta valle dell’Auasc e a ben 200 metri d’altezza, fu individuato già nel 1963 dall’archeologo tedesco Gerard Dekke.
L’Italia partecipa a questi scavi dal 1999, grazie a un progetto dell’Università La Sapienza di Roma per conto del ministero degli Esteri. L’ultima grande scoperta prima dell’officina, nel 2018, è stata quella riguardante le orme di un bambino risalenti a 700mila anni fa.
Tra i ricercatori, all’interno del gruppo di lavoro, diretto da Margherita Mussi della Sapienza di Roma, figurano anche la geoarcheologa Rita Melis e la vulcanologa Laura Pioli del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’università di Cagliari.