di Irene Perli
Pochi minuti fa il conduttore di Sanremo, Amadeus, e la co-conduttrice Chiara Ferragni hanno incanalato l’attenzione su un dettaglio che mancava nella scorsa edizione del Festival della musica italiana. L’Ariston, dopo aver sofferto, assieme a tutti gli altri teatri, l’assenza di pubblico e il distanziamento sociale imposto dalla pandemia, quest’anno rivede i sorrisi delle persone sedute in platea: nessuno all’interno del teatro, infatti, è obbligato ad indossare una mascherina.
Quasi tre anni sono passati dall’annuncio dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte che sanciva l’inizio del primo lockdown, ma continuiamo a portarci dietro sofferenze e ricordi frustranti: morti, cassa integrazione, licenziamenti, solitudine e promesse infrante. Questo però ci ricorda che dal punto più basso non si può fare altro che risalire, e in questi due anni lo abbiamo fatto: abbiamo ripreso le nostre attività quotidiane, imparando ad adattarci nuovamente alla socialità, ma sempre con una mascherina indosso.
Un’altra libertà, oltre a quella di uscire di casa, è quindi fondamentale: è quella di respirare l’aria senza il filtro di una FFP2, e non deve essere mai più data per scontata. La 73° edizione di Sanremo si tinge dell’attributo mask-free, ed è un segno di grande impatto: rappresenta la speranza di guardare avanti, di imparare a convivere con un nemico invisibile, ma, in particolar modo, è sinonimo di fiducia nei cittadini, i quali possono sorridere non solo con gli occhi.
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