di Manuela Ballo
Paola e Chiara – “Furore”
La prima serata non è andata molto bene per uno dei ritorni più attesi di Sanremo. Il pezzo di Paola e Chiara richiama le ariette della prima Carrà, ma non ne hanno il ritmo e lo spessore nonostante la scenografia messa sul palco del Festival. Per questo ritorno volevano far colpo e cantano all’ unisono “In questa notte di sole, furore furore, amarsi e fare rumore”. Speravano in un effetto nostalgia che però non c’è stato. Durante la loro prima esibizione avevano appena superato la sufficienza. Rimango di questo parere.
Voto: 6 –
Mara Sattei – “Duemilaminuti”
Qui non c’è solo la tristezza degli addii, non ci sono cuori spezzati, ma c’è una vita terribilmente vera fatta anche di alcol e lividi. Il pezzo è firmato, tra gli altri, da Damiano David dei Maneskin. Anche in questo caso, però, si tratta in fin dei conti di un amore malato. Molto adatto a Sanremo nel ritmo e nell’ uso dell’orchestra che accompagna la canzone. È stata accolta con grande calore e lo si vede dalla posizione che ha avuto in classifica. Per questo la porto alla sufficienza.
Voto: 6
Rosa Chemical – “Made in Italy”
Canta un vero e proprio inno alla libertà sessuale. Lo fa sia cantando che nel modo stesso di stare sul palco. Via la routine quotidiana Rosa Chemical invita a fuggire insieme per una serata folle in cui fare l’amore, “Che più siamo meglio è”. Una melodia tutto sommato tradizionale da Made in italy, appunto, che somiglia ad una polka dominata da musica elettronica. Rosa Chemical in questa esibizione ci mette tutto il suo mondo: la fluidità, il sesso e la provocazione.
Voto: 7
Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato”
Confermo quanto ho scritto dopo il primo ascolto: roba da psicanalisi. Gianluca Grignani canta della sua relazione dolorosa con il padre assente. Talmente assente da porsi in una telefonata la terribile questione: “Quando accadrà verrai al mio funerale?”. L’irrisolta vicenda Freudiana esalta solo il rock della chitarra. Un brano urlato con un testo però da cantautore cosa molto difficile da trovare nell’ultimissimo panorama musicale. Riascoltandolo non mi è apparso davvero un gran pezzo e dal punto di vista musicale è stato un brano così così. Diminuisco il voto di mezzo punto nonostante io abbia apprezzato molto la scritta No War esibita sulla schiena.
Voto: 6
Levante – “Vivo”
“Vivo un sogno erotico la gioia del mio corpo è un atto magico “ con un ritornello così può farcela a sfondare e può farcela anche perché ha una bella voce. La canzone è un inno alla vita e al corpo femminile. Ha scritto e composto lei stessa questa ballata dal sapore pop- elettrico. Dà leggerezza ad una canzone non leggera ispirata proprio al post parto che ha vissuto. Levante si affida alla sorpresa. Bel pezzo, presentato con grande stile.
Voto: 7+
Tananai – “Tango”
L’ anno scorso arrivò ultimo con “Sesso occasionale” che però poi divenne un tormentone e conquistò le classifiche radiofoniche. Quest’ anno si presenta con un testo d’ amore, con l’orchestra in cui riaffiora il gran potere dei violini. Una canzone fortemente sentimentale che parla di un amore finito: “Tu fammi tornare alla notte che ti ho conosciuta così non ti offro da bere”. Con lui ci sta di tutto, che arrivi primo o ultimo. Ma sicuramente piazzerà il suo brano in tutte le radio.
Voto: 5 e mezzo
Lazza – “Cenere”
La canzone è stata scritta e musicata da due personaggi di valore, Davide Petrella e Dardust .Si sente. Anche qui siamo di fronte ad un amore problematico che sta andando inevitabilmente verso la fine. Lo dice apertamente in un brano: “ormai nemmeno facciamo l’ amore, direi piuttosto che facciamo l’ odio”. È un brano che necessiterebbe di musica da discoteca, con il piglio dell’urban elettronica, ma si è dovuto riadattare all’ orchestra dell’Ariston.
I due autori avevano scritto, peraltro, il pezzo di Rkomi dell’anno scorso che però non ebbe successo. Questa volta forse ce la faranno e più che altro ce la farà lui che ha dato grande piglio autorale a questo brano. E sicuramente “rinascerà dalla cenere”. Non mi fa impazzire ma è un bel pezzo.
Voto: 7 –
LDA – “Se poi domani”
Dovrebbe avere la melodia nel Dna visto che è figlio di Gigi D’Alessio. Si vede anche da come si mette al pianoforte per accompagnarsi. Viene da amici di Maria de Filippi e quindi ha già varcato le soglie del successo giovanile.
Il ritornello è un ritornello zuccheroso, molto adatto per i giovanissimi. La canzone è decisamente melodica. Dai giovani ci si aspetta freschezza, ma da giovani come lui è inevitabile che ci sia anche tradizione. Poteva dare di più e solo perché capisco i giovani mi limito a dargli un 5, ma il voto poteva essere anche più basso.
Voto: 5
Madame – “Il bene nel male”
Per fortuna non gli è stato precluso il palco per la sua finta vaccinazione. Una stupidaggine che però nulla toglie alla grande interpretazione che questa sera ha fatto sul palco. In questa canzone autorale ritmo e metrica si combinano perfettamente. Anche qui si parla d’ amore che anche in questo caso finisce male tanto che lei stessa se lo rimprovera con risentimento: “Amore, tu sei l’errore più cattivo che ho commesso nella vita”. Si vede anche da come canta e da come si muove, in questa sorta di danza ritmica. Una musica che invita a ballare e che sicuramente sarà molto ascoltata, durante l’estate, nelle spiagge. Quel ripetere ossessivamente “nel bene e nel male” rende la canzone cantabile per tutti. Voto: 8
Ultimo – “Alba”
È un testo triste e lo dicono non solo le parole, ma anche quel pianoforte che conferisce continuità alla malinconia fino a farla diventare ritmo. Non c’è alcun ritornello Sanremese ma un crescendo di voce e di strumenti. Una sorta di ballad dell’uomo solitario e triste. In uno dei passaggi Ultimo lo esclama a gran voce: “Amo l’alba perché spesso odio la vita mia”. Un bel testo e una bella esecuzione, per un buon posizionamento ma non per sperare nella vittoria. L’ esecuzione di questa sera conferma il mio precedente giudizio.
Voto: 6+
Elodie – “Due”
È un festival che è nato sotto una costellazione astrale negativa per il segno dell’amore. Non ce n’è uno felice. Elodie con la sua canzone lo conferma. Qui siamo alle telefonate interrotte tra i due. Il ritmo è pulsante come pulsa un cuore; le percussioni insistite e infine c’è un ritornello che viene continuamente rilanciato fino a penetrare nella testa. Raffinata l’esecuzione. Può puntare in alto. Ancora una volta a colpire è l’outfit, provocante e elegante allo stesso tempo.
Voto: 7+
Mr Rain – “Supereroi”
I bambini ci sono ancora così come la semplicità del testo. Piacerà molto ai giovanissimi e agli innamorati. Spopolerà sicuramente nelle radio e la troveremo in molte storie e reel su Instagram. A me non ha fatto impazzire ma riascoltandola aumento di mezzo voto il mio precedente giudizio.
Voto: 6
Giorgia – “Parole dette male”
Ci si aspettava molto di più da una cantante che ha raggiunto i successi che ha raggiunto. La voce è quella che conosciamo ma sembra, sia come ritmo che come testo, ferma alla fine del secolo scorso.
Anche in questo caso si parla d’amore e di “parole dette male”. La canzone ha una sua raffinatezza che però non convince. Forse piacerà ai suoi fan, a me personalmente non affascina.
Voto: 5 e mezzo
Colla Zio – “Non mi va
“Il nome del gruppo mi piace assai, lo confermo. Sa di vera gioventù, e questa sera li ho visti muoversi con più disinvoltura sul palco. Sono molto divertenti e, in effetti, tirano fuori un pezzo cantabile e ballabile. C’è tanta voglia di far festa.
Vengono da Sanremo giovani e con la loro energia e voglia di divertirsi ci contaminano anche in questa loro seconda esibizione. Confermo: una gioiosa e bella novità.
Voto: 6 e mezzo
Marco Mengoni – “Due vite”
Sera dopo sera mostra senza mascherarlo di essere un big. D’altra parte, come avevo scritto, Mengoni è Mengoni. Continuano a darlo tutti come favorito e la sala lo ha dimostrato con una vera e propria standing ovation. È ovvio che molti lo diano per favorito. Ha cantato una ballata d’ amore in cui si alternano ritmi lenti a passionali fraseggi. Anche il testo è tipicamente alla Mengoni: “Siamo i soli svegli in tutto l’universo. E non conosco ancora bene il tuo deserto. Forse è in un posto del mio cuore, Dove il sole è sempre spento, Dove a volte ti perdo, Ma se voglio ti prendo”. Si sente il piglio di Davide Petrella. Data la bella esecuzione gli alzo leggermente il voto.
Voto: 7 e mezzo
Colapesce Dimartino – “Splash”
Era difficile ripetersi dopo l’exploit dell’anno scorso con “Musica leggerissima” che diventò un vero e proprio tormentone., Ma Colapesce Dimartino trovano sempre seguendo una loro chiave il modo di ripetersi a Sanremo. Fanno “Splash” e convincono con un testo costruito ad arte per poter piacere sia agli intellettuali che alle masse. Entreranno sicuramente nella nostra testa le frasi che marcano la loro esibizione: “Ma che mare, ma che mare. Meglio soli in una nave” oppure “Io lavoro per non stare con te” o ancora “per non sentire il peso delle aspettative”. Bisogna avere complicità per scrivere ed eseguire un testo così dove c’è il momento corale e dove, però, i due mantengono una loro specifica personalità artistica. Davvero bravi. Poi, nel mio caso, mi piacciono ancor di più visto che sono miei conterranei. Eguagliano nel mio voto Mengoni.
Voto: 7 e mezzo
Coma_cose – “L’addio
“È finita bene quella crisi sentimentale che ci hanno raccontato con la loro canzone. Addirittura, in conferenza stampa, hanno mostrato l’anello che li unirà. Tornano così ad essere una coppia sia nell’ arte, che nella vita. Dal punto di vista musicale sono i soliti Coma Cose con delle parti in cui duettano e altre in cui uniscono le loro voci che hanno diverse sonorità e che quindi risultano molto piacevoli se mescolate insieme. Un po’ di rosa in mezzo a tante storie d’ amore finite male non guasta. Alzo di mezzo punto il voto, ma la colpa è dell’anello.
Voto: 7 e mezzo
Leo Gassmann – “Terzo cuore”
Ha cambiato look in questa sua seconda esibizione, ma il testo è quello che è, e la canzone pur nella gradevolezza non riesce a decollare. Un pezzo sereno, cantato in modo tranquillo, da un ragazzo che nonostante il gran nome e il percorso già fatto mostra di non essersi montato la testa. Si sente la mano di Riccardo Zanotti frontman dei pinguini tattici. Confermo che merita per simpatia la sufficienza.
Voto: 6
Cugini di Campagna – “Lettera 22”
Lo riconfermo: Ascoltarli e vederli è come entrare in un negozio di modernariato nel tentativo di trovare un oggetto degli anni Settanta-Ottanta. Il ricordo va ai loro famosi pezzi d’ amore, ma purtroppo non è più quel tempo. A me fanno tenerezza e perciò meritano una risicata sufficienza. Appartengono ad un’altra stagione musicale e lo si sente appieno. D’altra parte, in questo Festival vecchi protagonisti della musica si sono alternati ripetutamente sul palco ai giovani emergenti. Questo è oggi Sanremo. Per questo riconfermo la sufficienza
Voto: 6 – –
Olly – “Polvere”
un ritmo che per le sonorità sarà molto passato nelle discoteche e nelle radio. Il ritornello è tanto elementare da far divertire e tutto sommato risulta orecchiabile.
Anche lui, come molti altri , viene da Sanremo giovani e quest’ anno i ragazzi sembrano incapaci di competere con i più affermati. È piacevole vederlo sul palco almeno per la verve che ci mette. Il brano non è un granché, mantengo il voto.
Voto: 5
Anna Oxa – “Sali (Canto dell’anima)”
Com’ era prevedibile anche per questa serata ha cambiato look. Ha sostituito l’abito da dissennatore con uno casual ispirato ai marciapiedi. D’altra parte, la sua canzone a questo mira. È una sorta di appello al mondo perché ritrovi umanità. In questo si sente la mano di Bianconi dei Baustelle. Alcuni dicono che questo brano sia pomposo, ma sul palco Anna Oxa lo rende dignitoso. È un testo complicato che non piacerà alle masse e non diventerà popolare, ma si affermerà in quelle nicchie di società che vivono il disagio di questa fase.
Quasi una predica urlata. Per me merita ancora attenzione nonostante forse la Oxa sia un po’ passata di moda. Comunque, il pubblico di Sanremo le ha reso omaggio.
Voto: 6 +
Articolo 31 – “Un bel viaggio”
Si sono riuniti e hanno voluto sancire questa riunione presentandosi a Sanremo con un brano marcatamente autobiografico: dai duri esordi in cui “non battevano chiodo”, ai dissapori, alle invidie e alla riappacificazione. C’è molta nostalgia per gli anni passati “non volevamo crescere ma poi è successo tutto a un tratto”. Sono gli anni dell’underground, dei grandi successi. La musica non ricorda proprio il loro periodo migliore e anzi, per qualche verso, richiama i ritornelli di Max Pezzali. Mi aspettavo di più, ma sono felice che siano tornati insieme. Voto: 6 e mezzo
Ariete – “Mare di guai”
Su questo giovane talento mantengo lo stesso giudizio che ho dato dopo il primo ascolto: la voce è aggraziata, la storia è semplice e si capisce perché sia piaciuta tanto ai critici nella prima fase d’ascolto. Il brano l’ha firmato con Calcutta, suo compagno di etichetta e sappiamo cosa rappresenta Calcutta nel mondo della musica Indie. Il testo parla di un amore fra due giovani donne e questo è sottolineato dalla delicatezza non solo delle parole, ma anche della musica che in alcuni momenti assume atmosfere sognanti. Bella l’esecuzione ma nulla di eccezionale.
Voto: 6+
Sethu – “Cause perse”
Esce dall’ adolescenza e si sente viene da Sanremo giovani e si sente.
“Brucio questi anni come se non li avessi. Come siga spente sui polsi”, maliziosamente verrebbe voglia di consigliargli di poppare ancora un po’ di latte prima di lasciarsi andare a simili gesti. Ma vivere in provincia non è sempre facile e quindi ci sono delle adolescenze molto più complicate e noiose di quanto si pensi. Impostazione pop punk, con un ritmo incalzante e questo rappresenta un pro.
Voto: 5+
Shari – “Egoista”
“Ci fossi tu qua con me mi sentirei un po’ meno egoista”: con questa frase si può sintetizzare il testo di Shari. Il ritmo e il brano assumono una cadenza ipnotica. Funziona e si vede che ha acquisito una certa esperienza nello stare sui palcoscenici. È infatti giovane, ma ha già accumulato una bella esperienza passando per esempio da Si que Vales di Maria de Filippi ad altre importanti trasmissioni. Al brano ha collaborato anche salmo e si sente. Per me merita la sufficienza e niente di più.
Voto: 6
Gianmaria – “Mostro”
No, decisamente non è un mostro. Bel faccino, orecchino d’obbligo, bianca camicia aperta sul petto. Un prototipo vero dei millennial. Aveva già ottenuto ottimi risultati a Xfactor arrivando secondo ed è stato il vincitore di Sanremo giovani e si capisce perché: comunica l’incomunicabilità e il disagio di esser giovani oggi. Che spesso pensando a sé stessi si dimenticano di dialogare con altri, famiglia o amici che siano. Il ritornello è orecchiabile e sono presenti sonorità che si avvicinano a territori che si rifanno all’ elettronica.
Quando canta sembra sbiascicare le parole come in una sorta di canto corsivo per dirla alla Elisa Esposito che sicuramente ne sarà orgogliosa. Nonostante tutto supera la sufficienza.
Voto: 6+
Modà – “Lasciami”
L’ ascoltatore crederà che si tratti della solita canzone d’ amore. Lui che viene lasciato e che si domanda: “Ma che giorno è? È il primo giorno senza te”. In realtà è una sorta di metafora in cui la depressione viene assimilata all’ amore. D’altra parte, sempre di sentimenti, più o meno oscuri, si tratta. Sono i soliti Modà cioè quelli che imperversavano a metà del 2000 e che ormai conosciamo da tanto tempo. Con ritornelli ricchi di acuti che alla fine risultano cantabili, soprattutto in auto. Alcuni critici dicono che è un pezzo da riascoltare. Io dico che mi è bastato ascoltarli questa sera per dare un giudizio non molto positivo. Outfit degno dei migliori cantanti neomelodici.
Voto: 5+
Will – “Stupido”
“Volevo fare il poeta, ora l’essere umano, e divento pure un po’ banale, come dirti che se non ci sei non so che fare”: e pensare che voleva fare il poeta ed è rimasto però fermo alle rime baciate. Giovane è giovane infatti emana simpatia da tutti i pori. Arriva da Sanremo giovani e infatti l’unica cosa che ha azzeccato è il ritornello di chiara marca Sanremese. Troppo poco per raggiungere la sufficienza.
Voto: 5 e mezzo
Argomenti: Sanremo 2023