Scomparso il regista e artista spagnolo Carlos Saura
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Scomparso il regista e artista spagnolo Carlos Saura

La sua morte proprio alla vigilia del premio più ambito, il Goya alla carriera

Scomparso il regista e artista spagnolo Carlos Saura
Carlos Saura
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13 Febbraio 2023 - 16.46 Culture


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La cinematografia spagnola nei suoi anni ha conosciuto una triade di registi celebri in tutto il mondo: Pedro Almodovar, Luis Bunuel e Carlos Saura. Quest’ultimo si è spento pochi giorni fa all’età di novantuno anni, alla vigilia dell’ambito Premio Goya alla carriera.

Il regista spagnolo è nato nella città aragonese di Huesca il 4 gennaio 1932 e ha attraversato tre generazioni di spettatori che hanno imparato a scoprilo, amarlo e conoscerlo. La consacrazione arriva durante il periodo franchista quando, nemmeno trentenne, esce con la pellicola d’esordio Los Golfos (I monelli) al festival di Cannes nel 1960.

Negli ultimi vent’anni la sua cinematografia ha conosciuto una produzione impressionante (quasi un film ogni anno), quasi sempre legata alla sperimentazione pittorica. Degno di nota sicuramente Bunuel e la tavola di re Salomone del 2001, in cui metteva in scena il suo maestro assieme a Salvador Dalì e Garcia Lorca. «È il mio film più bello e personale – dichiarò Saura – ma piace solo a me. Sono fermamente convinto che Bunuel lo avrebbe adorato, anche perché nasce dalle mie conversazioni con lui. Ma probabilmente ne resteremmo i due soli estimatori».

Nato in una famiglia liberale e borghese, cresce tra le città di Barcellona, Valencia e Madrid; con l’ascesa della dittatura franchista viene rispedito ad Huesca dai nonni, che erano conservatori e nazionalisti. Tale repentino cambiamento di educazione segnò in maniera drastica la sua gioventù, oltre all’influenza del fratello maggiore Antonio che era un affermato pittore surrealista. A vent’anni entra nella scuola sperimentale di cinema, diplomandosi quattro anni dopo con il documentario Il pomeriggio della domenica. Alternerà poi l’insegnamento e la regia di cortometraggio fino al suo primo lavoro del 1958 Cuenca.

Il suo universo creativo attraversa svariati temi: l’ombra della morte, l’erotismo malato e la dissacrazione della famiglia; tutti contrastanti con la dittatura franchista e con stili quali il surrealismo e l’onirismo. Passando alla musica, la sua musa ispiratrice fu sicuramente Geraldine Chaplin fin dai tempi di Peppermint Frappé del 1967, quando iniziò un sodalizio artistico e sentimentale che cambiò profondamente la vita dell’uomo.

La seconda parte della carriera cede il passo alla memoria e alle tradizioni, espressi attraverso non solo la musica ma anche la rappresentazione coreografica: una scelta che gli valse onori ovunque. Nonostante ciò ha sempre continuato una ricerca instancabile sulla forma e l’arte trasfigurata dall’invenzione visiva. In virtù di ciò, il Premio Goya di questi giorni è come un sigillo nel giorno della sua scomparsa. Accettandolo, scrisse queste righe: «Sono stato fortunato nella vita facendo ciò che mi attraeva di più: ho diretto cinema, teatro, opera e ho disegnato e dipinto per tutta la vita».

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