di Alessia de Antoniis
“Non esistono piccole donne” da mercoledì 21 a domenica 26 febbraio sarà all’OffOff Theatre di Roma. Tratto dal testo di Johannes Bückler (People Editore), vede in scena Camilla Filippi, con la voce fuori campo di Francesco Montanari, per la regia di Susy Laude.
“Non esistono piccole donne” prende origine da una domanda: quante donne non hanno visto riconosciuto il proprio lavoro o, peggio, sono state dimenticate? Quante donne che hanno segnato il proprio tempo, a volte da eroine, altre da vittime, sono state accantonate nella memoria comune per lasciar posto agli uomini. Storie dedicate al protagonismo delle donne, narrate come sempre in prima persona, quasi che Bückler assumesse la loro identità, raccontando.
Sul palco dell’Off/Off di via Giulia si alterneranno alcune di queste voci, da Franca Viola a Mary Ann Bevan, dal diavolo in gonnella Alfonsa Morini Strada a Savina Ruper.
E avranno il volto di una della nota Camilla Filippi, che insieme alla regista Susy Laude ha scelto sei tra queste donne.
Un monologo che ci restituisce sei storie di donne. Al termine di questo viaggio nel protagonismo femminile, spero che il pubblico sarà commosso, divertito, ispirato. Soprattutto che porterà a casa una nuova consapevolezza di come anche le “piccole” storie possano avere un enorme significato. Ovviamente è un testo che non c’entra nulla con il libro della Alcott – racconta Camilla Filippi.
Spesso sono le stesse donne che cercano di affermarsi cancellando altre donne, il loro lavoro, la loro credibilità. Perché sono le donne a tramandare il patriarcato?
Pensare solo a se stessi, non penso sia un problema tanto di gender ma sociale. Si è diventati sempre più individualisti e questo non aiuta il gruppo, la società. Per quanto riguarda noi donne, è difficile scrollarsi di dosso anni di educazione patriarcale. Fortunatamente le nuove generazioni stanno sviluppando una coscienza diversa.
In Italia sono state realizzate molte serie che raccontano donne nella storia moderna, dalla Montessori a Lidia Poet. Ma come vengono raccontate? Un’attivista come Lidia Poet, avrebbe gradito essere raccontata come ha fatto Netflix?
Non posso sapere cosa penserebbe Lidia Poet. Quello che credo, è che ci sia bisogno di proporre modelli di donne che hanno lottato per i propri ideali e le proprie passioni. Oltretutto credo che Matilda De Angelis sia stata strepitosa in questa sua interpretazione.
Vorrebbe avere spazio per raccontare le donne in modo diverso?
Non c’è bisogno di raccontarle in modo diverso, c’è semplicemente bisogno di raccontarle. E nel nostro spettacolo, insieme alla regista Susy Laude, raccontiamo donne dimenticate proprio perché sappiamo quanto sia importante avere memoria.