"Una voce per San Marino": Senhit confermata co-conduttrice
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"Una voce per San Marino": Senhit confermata co-conduttrice

Presentati oggi a Milano i finalisti dell'edizione 2023. Il vincitore vola agli Eurovision. Ne parliamo con Senhit

La cantante Senhit conduce una voce per san marino. Il vincitore andrà agli eurovision 2023
Senhit - Al Bano - Jonathan Kashanian - Conduttori e presidente di giuria di "Una voce per San Marino" 2023
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21 Febbraio 2023 - 19.32


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di Alessia de Antoniis

“Una voce per San Marino”, giunto alla seconda edizione, sarà condotto da Jonathan Kashanian e Senhit. La serata conclusiva andrà in onda sabato 25 febbraio 2023 in diretta a partire dalle ore 21 su San Marino RTV.
Tra gli artisti italiani, gli Eiffel 65, Neja, Roy Paci, Massimo Di Cataldo. Alcuni partecipanti sono ex voci di X Factor come Lorenzo Licitra, Nevruz, Silver, Morgana, Camille Cabaltera e Kurt Cassar. Altri, come Deborah Iurato, le Deva, Moreno, Ellynora, Manuel Aspidi e Thomas, hanno partecipato ad Amici.

Sul palco di San Marino la co-conduttrice, insieme a Jonathan Kashanian, è l’artista bolognese Senhit, che ha rappresentato San Marino all’Eurovision nel 2011 e nel 2021, e ha appena pubblicato il suo nuovo singolo ‘Try To Love You’.

Sarò conduttrice per la seconda volta – ci spiega Senhit – San Marino ha deciso che squadra che vince non si cambia. Così Jonathan e io siamo di nuovo co-conduttori. Io sarò il Gianni Morandi della situazione e lui il mio Amadeus.

Sei stata una concorrente. Su quel palco ti senti a casa o avresti voluto essere lì come artista in gara?

Il palco è la mia comfort zone. Vengo dal teatro e sul palco mi trovo in paradiso, qualsiasi cosa mi fai fare. È ovvio che mi piacerebbe cantare. E sabato avrò anche modo di esibirmi, ma senza l’ansia della competizione. Questa è la parte che sono felice di risparmiarmi, almeno per ora. Mi godo la conduzione e qualche cantatina.

Non fai la valletta, ma conduci, come moltissime altre donne che hanno fatto manifestazioni di grande successo da Festivalbar in poi… Sappiamo farlo!

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Assolutamente sì! Purtroppo ultimamente siamo sempre troppo poche. Jonathan, che di professione fa il conduttore, mi dà tanto spazio. Per me è un ruolo nuovo ruolo, ma mi diverto. Mi piace e mi sento a mio agio. Preferisco cantare, ma il cliché classico dell’artista che o canta o balla, a san Marino lo stiamo sdoganando. Io e Jonathan faremo di tutto sul palco di Una voce per San Marino.

Donna, italiana, nera. Fuori dai teatri istituzionali sale sul palco un’Italia più vera, l’Italia delle nuove generazioni?

Esatto! L’Italia 2.0 e ne sono molto orgogliosa. La Repubblica di San Marino si sta impegnando per farsi conoscere anche attraverso questo evento. Soprattutto all’estero. Una voce per San marino decreterà il cantante che andrà al prossimo Eurovision e lo fa portando in Europa un’Italia che è già oltre. Lo scorso anno il programma ci è scoppiato in mano. Avevamo anche la chicca di Achille Lauro che, a sorpresa, è venuto a trovarci dopo un Sanremo deludente. Quest’anno ci saranno altre sorprese. Abbiamo inglobato tutto in un’unica categoria, con una sfida tra emergenti e big.

Quando Sanremo è deludente l’artista va alla grande. Vasco Rossi arrivò ultimo…

Infatti! Tananai lo scorso anno arrivò ultimo e quest’anno quinto con pezzo bellissimo

Ci sarà più spazio per le donne brave?

È necessario. Di Sanremo mi è piaciuta l’idea della co-conduzione che prevedeva anche diverse donne. Ma mi è piaciuto meno la poca presenza di donne sul podio. Di canzoni belle ce n’erano. L’anno scorso, secondo me, Amadeus ha fatto una scelta più di qualità. Quest’anno il livello delle canzoni era un po’ più debole. C’erano tuttavia bellissime donne con bellissime canzoni. Almeno due potevano salire sul podio. Mi è piaciuto lo speech di Marco Mengoni quando ha ringraziato dicendo che alcune donne avrebbero meritato di essere premiate. A San Marino avremo un bel misto.

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A “Una voce per San Marino” si dà più spazio alla musica o alle performance? Bene o male purché di me si parli, al di là degli ascolti della trasmissione, giova all’industria musicale?

No, noi daremo parecchio spazio alle canzoni. Abbiamo meno partecipanti, solo 22, e concentrati in un’unica serata. Non sarà una gara a chi attira di più l’attenzione, ma uno show ricco e di qualità.

Vieni dal musical internazionale, un genere che in Italia ha a lungo sofferto. Anni di esperienza, ma come è stato diventare una solista?

Una grande esperienza e un bel salto nel vuoto. Ma poi è arrivato Gaetano Curreri, della mia Bologna, perché sono Eritrea di origine ma italiana di Bologna, che mi ha guidata. È stato un grande pigmalione, una persona fondamentale nella mia carriera, a livello artistico e umano. Mi ha aperto le porte della discografia italiana, soprattutto tra gli addetti ai lavori. In teatro devo dire grazie anche a Massimo Ranieri: grazie a lui ho avuto la possibilità di farmi le ossa, di fare la mia famosa gavetta. Forse anche per questo mi sento comoda in teatro, davanti al pubblico in sala, piuttosto che a quello degli studi. Ma mi piace continuare a cantare, soprattutto all’estero, perché ho la possibilità di esprimermi a un livello più ampio. Però chissà, anche tornare a cantare in italiano potrebbe essere una bellissima conquista.

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Vanti collaborazioni con personaggi della musica inglese. “Hey buddy” contiene brani prodotti da Brian Higgins, produttore britannico che ha collaborato con artisti come Pet Shop Boys, Kylie Minogue… Mixi musica italiana, musica etnica, canti in francese, inglese, italiano. Se dovessi unire i punti per formare la parola Senhit, da Curreri degli Stadio a “Try to love you” appena uscito, quali sono quelli fondamentali?

Sicuramente il più grande è l’autenticità. Mi sono sempre sentita molto coerente in quello che faccio. Ho sempre lottato contro le persone che mi dicevano di trovare un genere. Ma perché? Sono pop perché io sono per il popolo. mi piace cantare per la gente. Poi, se un giorno decido di cantare una ballad in inglese e il giorno dopo decido di cantare una canzone in francese, perché no? Sono sempre stata molto curiosa, sia come carattere che nella mia professione. Ho sempre ricercato, assorbendo come una spugna cose diverse, cercando autori, produttori, grandi manager. Sono sempre stata alla ricerca affamata di novità. La mia peculiarità è sempre stata l’autenticità e l’energia e il denominatore comune sono il desiderio e la fame di allargare i miei orizzonti. Questi sono i punti che compongono Senhit.

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