I racconti di Agatha Christie, grandi classici all’interno del panorama narrativo, saranno sottoposti a revisione per adattarli alla “sensibilità moderna”. L’annuncio arriva in concomitanza dell’uscita delle nuove edizioni in inglese pubblicate da HarperCollins, editore che ha sottoposto i testi a una commissione di lettori sensibili col fine di eliminare tutte quelle espressioni oggi considerabili come discriminatorie e non inclusive.
Un’operazione che depennerà quelli che sono considerati “insulti o riferimenti etnici” nonché tutte le descrizioni ritenibili offensive, soprattutto quelle circa l’aspetto dei personaggi che i protagonisti incontrano al di fuori dei confini britannici. Secondo le anticipazioni fornite la censura è toccata ai riferimenti etnici di alcuni personaggi, eliminando espressioni come “nero”, “zingaro” o quella relativa al “carattere indiano” di un giudice, mentre altre come “nativi” sono state sostituite con delle più neutre come “del luogo”.
Quello dei “sensitive readers” rappresenta un fenomeno che sta sempre più spopolando nell’editoria, in particolar modo in quella americana e britannica, attirando nei loro confronti un più che ampio dibattito. Sebbene lo scopo apparentemente legittimo, quello di vagliare i testi alla ricerca di contenuti potenzialmente offensivi, sono in molti a chiedersi se abbia senso farlo con libri vecchi ormai decenni ormai considerati dei classici.
Gli ultimi casi che hanno suscitato maggiore clamore, contrapponendo chi considera tali operazioni solo un’inutile e anzi insidiosa forma di revisionismo storico a chi crede sia giusto riadattarli alla sensibilità odierna, hanno toccato “La fabbrica di cioccolata” di Ian Fleming e le storie del celebre agente James Bond.